25 Aprile 2010: una data che credo mi ricorderò per molto molto tempo.
Tutto iniziò durante il primo giro di pista con la mia Pit Bike a Recetto (NO), una curva…. BRAAAAP….due curve BRAAAAAPPPP, qualche dosso BRAAAAPPP tutto a velocità da passeggio per testare questa nuova pista appena aperta, poi accade l’inaspettato, sorpreso da un salto perdo l’appoggio del piede sinistro, lo stivale si impunta nella terra ed il ginocchio subisce una torsione innaturale. Non cado dalla moto, penso di aver preso solo una grande botta ed invece, una volta fermatomi, carico la gamba per scendere ed il ginocchio mi cede di schianto, il dolore diventa ancora più acuto, qualcosa non va, di lì a poco avrei letto l’esito della risonanza: “lesione completa del legamento crociato anteriore sinistro”.
3 giugno 2010: altra data che non mi dimenticherò facilmente, non solo perché nei mesi a seguire avrei condiviso un periodo con tal Valentino Rossi che dati i soldi a disposizione è rientrato a tempo di record quanto perché il sottoscritto è andato sotto i ferri per la ricostruzione del suo legamento!
Ed è proprio da questo giorno che tutto ebbe inizio.
Dopo i primi giorni assoluto riposo il 18 giugno iniziai la riabilitazione, le prime settimane di stampelle sembravano non passare mai, la mia mobilità era molto limitata ma l’ortopedico mi disse che una cosa mi avrebbe aiutato molto: la bicicletta! Io, che fino a pochi giorni prima sudavo al solo pensiero di dover fare una piccola salita a piedi (non che adesso smanio di farle è, non fraintendetemi) decisi di dire addio alla mia BRAAAAP (leggasi pit bike) e di comprare la mia prima MTB (CUBE AMS 100) per stare in mezzo alla terra in un modo diverso, senza rumori di sottofondo se non quello della natura e del mio respiro.
I giorni trascorrevano non senza difficoltà ma nella negatività del momento vivevo i miei piccoli miglioramenti culminati il 14 luglio (1 mese dopo l’intervento) quando l’ortopedico ed il fisioterapista mi hanno dato l’ok per 10 minuti al giorno di bici, sì avete letto bene: 10 minuti! Alcuni di voi potranno sorridere al solo pensiero, ma per me quei dieci minuti erano una piccola soddisfazione, pedalare dietro casa con la mia CUBE era semplice serenità.
La riabilitazione continuava costante a ritmi di tre sessioni la settimana, la scoperta del mondo della MTB con tutte le sue pazzie mi portava a passare molto tempo su internet a leggere forum e siti del settore, sì perché io sono così, quando una cosa mi prende mi ci butto a capofitto documentandomi su tutto.
Lentamente iniziò a pervadermi il desiderio di avere una MTB che mi permettesse maggiormente di vivere a tutto tondo questo sport nel modo che più mi si addice, vendetti la mia CUBE per comprare una SPECIALIZED PITCH PRO!
Piano piano le mia condizione fisica pessima diventava un pochino meno pessima, il ginocchio riprendeva gradualmente forza ed elasticità, uscivo in MTB con maggiore assiduità ed i miei momenti di serenità in bici erano sempre più frequenti , così, rientrato dalla vacanze estive a circa 3 mesi dall’intervento decisi di provare a togliermi un’altra piccola soddisfazione: scalare con la PITCH il Mottarone. Non mi importava il cronometro, per me l’importante era arrivare alla cima senza appoggiare il piede a terra, e trovare ad aspettarmi color che mi avevano “introdotto” alla MTB è stata per me pure felicità: grande Tata anche questa è fatta!
Non ero però ancora sazio dei risultati ottenuti avevo ancora un ultimo obiettivo da raggiungere, forse il più importante. Le mie sessioni di palestra ed i miei esercizi a casa sono perdurati ancora per alcune settimane, giorno dopo giorno sempre meglio, accumulavo km e scoprivo sempre nuovi sentieri nel mitico parco del Fenera, lo scadere dei sei mesi per la completa guarigione si avvicinava inesorabilmente ma mi sentivo pronto per la mia ultima prova!
il 27 dicembre 2010 intorno alle 9,30 a poco più di 2222 metri di altezza, aggancio gli sci ed inizio a percorrere quasi con paura una stupenda coltre di neve intonsa, lentamente tutto svanisce, prendo sempre maggiore confidenza, i muscoli si rilassano e la mente si libera, davanti a me solo le montagne ed il cielo azzurro e mentre il vento freddo mi congelava la faccia, ridendo da solo come un ebete per aver raggiunto il mio traguardo, pensavo ai mesi addietro, a tutti coloro che mi sono stati vicino e mi hanno aiutato nei momenti difficili.
Un grazie va a te Pepe per avermi sopportato, avermi dato fiducia ed essermi stata sempre accanto, un grazie va a voi mamma e papà per avermi portato in giro ed assecondato nel mio costante nervosismo, un grazie va a te Teo per avermi fatto scoprire la MTB un grazie va a tutti voi Wild Pigs che leggerete questo mio post e ricordate:
NEVER STOP RIDING!