Come molti di voi gia sanno, ho il pallino rel recupero di biciclette vecchie.
Io credo che una 2 ruote abbia a suo modo un’anima, e rimetterle in strada mi da soddisfazione.
Esiste una bici a cui sono particolarmente legato, ovvero la bici di mio nonno: ormai 16 anni fa mi ripromisi di dare una sistemata ad una vecchia “Superba”, bici gloriosa che molti anni prima e per molti anni accompagno il mio adorato nonno a lavoro.
Per molti anni la bici è rimasta in cantina, ma la voglia di ristrutturarla è sempre stata presente, la bici era in uno stato pietoso (in alcuni punti corrosa e bucata dalla ruggine), non sono riuscito a salvare praticamente niente, ma circa un’annetto fa mi son deciso.
Dopo aver smontato il tutto son passato alla sverniciatura e allo stuccaggio delle parti corrotte.
Ho ricercato i pezzi che mi sarebbero serviti a son passato all’ordine, successivamentehocercato un cuscinetto a sfere da spaccare per recuperarne appunto le sfere e inserirle nella “serie sterzo integrata” (ovvero una coppa di metallo integrata nel telaio).
Per la verniciatura ho scelto un bianco antico, ero indeciso tra questo e il grigio, colori che mi ricordavano il colore dei capelli di mio nonno.
Dopo aver passato due mani di antiruggine a aggrappante ho verniciato con la stessa vernice che si utilizza per le macchine (grazie ai consigli di mio padre): il vantaggio che si ottiene è che la vernice non salta e se anche si riga la bici il colore sottostante rimane lo stesso, oltre a dare la possibilità di poter letteralmente tagliare le sbavature date dalla verniciatura e lisciare il tutto con una carta a vetro fine.
Con l’aiuto di Nico (BikeAdventures) ho fatto arrivare i pezzi e soprattutto ho fatto raggiare le ruote che volevo argento con raggi neri.
Dopo aver assemblato tutti i pezzi son passato a fare l’ultima cosa, ovvero attaccare sul tubo obliquo un adesivo “ton sur ton” di lettere prespaziate che compongono il nome di mio nonno.
E ora la bicicletta, che ovviamente per me è la bici più bella del mondo, ha il nome che si merita: Pasqualino.