Impariamo a conoscerla…il deragliatore.

Per tutti gli amici Wildpigs o per quelli che lo sono, ma ancora non lo sanno, oggi andiamo alla scoperta di un componente fondamentale della mtb e della bicicletta in generale: Mr deragliatore. Perché imparare a conoscere il proprio mezzo è sicuramente cosa buona e giusta.
Il deragliatore è un dispositivo meccanico che consente alla bici di usare diversi rapporti di trasmissione, facilitando la pedalata in risposta alle diverse situazioni del percorso. In pratica, crea un passaggio obbligato per la catena che, grazie alla struttura a parallelogramma articolato, viene spostata, cioè “deragliata”, parallelamente alla ruota dentata, in genere per mezzo di un cavo azionato da una manetta installata sulla canna o sul manubrio. L’organo meccanico è composto da due blocchi: uno anteriore ed uno posteriore. Per consentire il ritorno alla posizione originaria, il cavo è mantenuto in trazione da una molla; inoltre nel caso del deragliatore posteriore, si hanno altre molle, leve e pulegge, che permettono una corretta e costante tensione della catena, evitando che questa fuoriesca e non faccia più presa sulle ruote dentate.

Cenni storici

I primi sistemi a deragliatore furono costruiti sul finire del 1800, quando le velocità venivano cambiate girando la ruota su se stessa: 2 pignoni, destro e sinistro, con due dentature differenti. Apparvero poi i sistemi a due corone e due pignoni, con lo stesso numero totale di denti in modo da avere una tensione di catena sempre identica. Agli inizi del ‘900 arrivò la ruota libera e fu un susseguirsi di sistemi di cambio di velocità. Nonostante modelli diversi fossero ormai presenti sul mercato, solo nel 1937 gli organizzatori del Tour de France acconsentirono, per regolamento, al loro utilizzo. Nel 1949, Tullio Campagnolo realizzò un modello top gamma, riuscendo a sponsorizzare corridori famosi. Nel ’56 fu il Giappone ad entrare sul mercato con Shozabaro Shimano, e conosciamo tutti il seguito della storia …

Aspetti tecnici

Il sistema “cambio” è composto da vari elementi:
il comando indicizzato, diffusissimo sulle mtb, a pulsanti o rotativo, che ha il compito di far muovere il deragliatore della misura richiesta per posizionarsi ad ogni scatto sotto il pignone previsto;
la cassetta pignoni, composta da un numero di ingranaggi pari al numero di indici del comando, che hanno degli “inviti” per la catena che agevolano il passaggio della stessa da un ingranaggio all’altro;
la catena, di larghezza compatibile con pignoni e rotelle del deragliatore, ed un passo pari alla distanza dei denti dei pignoni;
il deragliatore, che, come visto, muove la catena lateralmente, obbligandola ad ingaggiare i pignoni.

Il deragliatore è avvitato su un apposito supporto, il forcellino, posto sul lato destro del caro posteriore del telaio; la cassetta dei pignoni è assemblata sul corpo ruota libera del mozzo posteriore, mentre la catena mette in collegamento la cassetta con le corone.
Il comando deragliatore può essere:
manuale: soluzione tipica per cui si aziona manualmente il dispositivo di comando del deragliatore;
manettino: una o più leve montate sulla canna inferiore;
automatico: attraverso un microprocessore, si ottiene un cambio che si autoadatta alle diverse esigenze e situazioni.

Molto importante sono dunque la qualità del comando che deve far spostare il deragliatore della esatta distanza che intercorre tra il centro di un pignone e il centro dell’altro, e la qualità delle lavorazioni dei pignoni, dovendo gli “inviti” creati su di essi aiutare la catena a “deragliare”, così come è importante che la guaina in cui scorre il cavetto di trasmissione non fletta inficiando la qualità del comando. La catena deve naturalmente essere robusta, di misura esatta per impegnare correttamente i denti dei pignoni.

All’interno del corpo del deragliatore si trovano una molla che obbliga il deragliatore a portarsi verso il pignone più piccolo nei cambi “standard” e verso quello più grande nei cambi “ripid rise” (tranquilli, seguirà approfondimento…), e un’altra molla che serve a mantenere in tensione la catena.

L’escursione del deragliatore è limitata da due viti di regolazione, contrassegnate con H e L che consentono il fine corsa verso il pignone più piccolo e quello più grande.

Per oggi, può bastare questa breve introduzione. Ci sentiamo alla prossima …