Sulla scia di una… LuMaka!

L’ho conosciuta, ahimè, in seguito ad un incidente! E sono rimasto a bocca “aperta” vedendo il suo polpaccio ”aperto”, tatuato da ben 30 punti di sutura. Se non hai problemi di stomaco, guardalo qui! Ci sono stati quindi i primi contatti, e poi la decisione di conoscerla e farla conoscere a tutti gli amici Wildpigs, attraverso l’intervista non convenzionale che segue …

E. LuMaka, ciao! Come va la gamba?
L. Ciao! Ho finalmente tolto i 30 punti dopo venti giorni. La ferita è molto brutta a causa di una necrosi, ma con la nuova cura sta migliorando.

E. Di nuovo in sella tra poco tempo quindi?
L . Ci son già risalita! Lo scorso sabato ho pedalato sino in cima alla Colla, facendo poi la discesa dei “maiali” la mia preferita! avevo bisogno e voglia di andare in bike. E il 1 maggio farò la gara di Priero!!!

E. Con tutti questi punti, hai mantenuto una buona posizione in classifica!
L. Si, non credo che qualche altro biker mi abbia battuta già a inizio stagione quanto a punti di sutura! Tra l’altro erano i punti che mi mancavano per prendere il televisore HD!

E. Uno stimolo in più per la stagione 2011 però …
L. E’ questo il mio secondo anno nella specialità del Superenduro, e da quest’anno faccio parte del Team Locca. Non vedo l’ora di tornare alle gare! Lo stimolo? Migliorare le prestazioni, imparare a scendere meglio, a scendere free insomma!

e brava luMaka!

E. Il 2010 che anno è stato: gioie o dolori?
L. Il 2010 è stato l’anno più bello, per motivi personali e perché ho vinto molte gare. Sono state la costanza, la forza di volontà, l’esserci dove altri non c’erano a farmi primeggiare. Dolori? A luglio nella gara di Sauxe mi sono rotta la clavicola a pochi metri della fotocellula… succede sempre quando cominci ad essere troppo sicuro di te stesso. Da quel giorno infatti mi ripeto sempre “Dagliene LuMaKa!”, mi dà coraggio. Lo dico sempre anche a mio figlio quando dorme in piedi la mattina prima della scuola “Dagliene Kicco!”

E. Sei una delle poche donne in un mondo, quello dei bikers, tradizionalmente più a “misura d’uomo”. Come ti trovi, come lo giudichi e cosa cambieresti?
L. Mi ci trovo bene. Ho scoperto che nel nostro sport esiste la vera amicizia, c’è collaborazione, sostegno, la passione comune per la bike, siamo come una grande famiglia!

E. Tu sei passata dall’equitazione, che hai praticato per molti anni, ad un tentativo nel nuoto, per poi approdare alla mtb. Come mai sei finita qui, ed è più dura stare in sella ad un cavallo o ad una mtb?
L. Ho vissuto per 25 anni nel mondo dell’equitazione, una passione nata da bambina, coltivata sino a pochi anni fa, che mi ha accompagnata in un percorso di vita bellissimo. In questi anni sono diventata ippoterapeuta, perché volevo far provare anche ai ragazzi disabili le sensazioni magnifiche che dà un cavallo. Il nuoto? (ride…)Non fa per me. Provai allora a pedalare: all’inizio è stata dura, ma è presto diventata una “malattia” di cui non ho più potuto fare a meno!

E. Front o full?
L. Full solo full! E giù a fuoco!

E. A quanti anni hai tolto le rotelle dalla bici? Lo hai fatto, vero?
L. Credo 4/5. Me la ricordo ancora la mia bici, blu col cestino. Ci giocavo in campagna, facendomi spesso male, tanto che mamma diceva sempre “ho medicato più te che sei una femmina che tuo fratello!”

E. Appena prima di una gara, il tuo pensiero?
L. (Ride) Non ci crederai, ma puntualmente ed ogni volta, non so come sia possibile, mi squilla il telefono e chi è? Mia mamma! “Amore dove sei?”, “Mamma tocca a me, sto per scendere, mi manca 1 minuto!” , “Ah scusa, chiudo subito, mi raccomando: vai piano!”, “Ma come mi dice vai piano! Io devo dargliene!”. Sorrido e scuoto la testa, con la sua telefonata mi fa dimenticare l’ansia, aspetto il 4-3-2-1-via e scendo sorridendo pensando a lei!

E. Io che volevo fare la …
L. Io avrei voluto insegnare filosofia…ci sono andata vicino dai!

E. Tu sei ligure, ma ami le nostre montagne e l’anno scorso hai partecipato alla Superenduro di Pogno.
L. Si sono Ligure, ho il mare vicino, ma da quando sono venuta per la prima volta nelle vostre montagne, me ne innamorata e appena posso scappo da voi!

E. So che sei anche impegnata nel sociale. Ti piace organizzare manifestazioni per promuovere lo sport.
L. Nel 2007 ho creato da sola la prima manifestazione dal titolo “Liberiamo la Principessa”, basata su di una favola da me scritta. Il messaggio che a tutt’oggi porto ancora avanti è : “Abbattiamo la barriera culturale, ancor prima di quella architettonica, che esiste tra la normalità e la disabilità”. Nel 2009 ho regalato la mia favola all’amico Daniele Zammichelli dell’ Endurance Center: gestisce una squadra di ragazzi disabili in bike, e ne ha fatto un grande evento.

E. Infermiera e mamma, giusto?
L. Vero, lavoro in ospedale e sono mamma …. Essere mamma è la cosa più bella che ci sia!

E. LuMaka, è stato un vero piacere parlare con te! Alla prossima e … in culo alla balena!
L. Bravo! Amando troppo i lupi ed il loro modo di essere, non avrei potuto rispondere alla solita frase!

E. Un saluto agli amici Wildpigs:
L. Wildpigs siete un gruppo fantastico, avete un bel proposito, quello di far conoscere il mondo della mtb in tutti i suoi molteplici aspetti. Sono contenta di avervi conosciuto!

E. Ah, un’ultima cosa … Certo abbiamo qualche sospetto, ma perché il soprannome LuMaka?
L. Curioso! Me lo diede il preparatore in piscina, “sei davvero una lumaca in acqua, la piscina non fa per te, non vai avanti!”. Ormai so che quando sento quella parola si sta parlando di me, mi fa piacere e sorridere! Bello no? Ciao!

Grande luMaka! Daglieneee!!!