Buongiorno a tutti i cinghiali, quest’oggi voglio raccantarvi del mio viaggio in quel della val gardena e più precisamente del rifugio Puez. Sveglia al mattino presto perchè si deve accompagnare i futuri eroi alla partenza. 1500 corridori, una cosa indescrivibile, meravogliosa da vedere. Gli eroi sono ufficialmente partiti, ora dobbiamo solo aspettare di vedere quanto ci mettono a fare 50 km in questo fantastico posto che sono le Dolomiti. Ma ritorniamo al mio giro. Io Cri e Lisa ci incamminiamo (io seguivo loro in bici ovviamente) verso i sentieri che ci portano al passo Gardena, e guardando bene la cartina, ci accorgiamo di un sentiero non troppo impegnativo che porta al rifugio Puez. Decido quindi di staccarmi dalle fanciulle e di continuare da solo questa avventura. Il primo pezzo di percorso è tutto tra campi e ultime case di selva, ma piano piano il paesaggio cambia e ad un tratto mi ritrovo in mezzo alla valle. Già da subito lo spettacolo è a dir poco meraviglioso, non si sente nulla, la pace regna intorno a me e la mia bici. Inizio finalmente a cimentarmi con qualche salita, e subito vengo fermato perchè il cambio ha deciso di farmi gli scherzi. La catena mi scende due volte in meno di 100 metri. Sistemo il tutto tirando il cavo del cambio e finalmente sembra essere stabile, la catena non scende più, posso proseguire tranquillo. Il sentiero è molto largo, si riesce a padalare con facilità anche se in salita. Arrivo subito in campo aperto, e in lontananza inizio a intravedere le mucche. Arrivato vicino non posso non fermarmi per fare una foto con una di loro che mi è venuta incontro. Riparto e dopo poco il paesaggio cambia di nuovo. Mi ritrovo in un sentiero molto stretto, dove in alcuni pezzi devo abbassarmi perchè i rami degli alberi sono molto bassi ed iniziano ad esserci anche dei piccoli ostacoli sul percosro, sassi o radici degli alberi che spuntano da tutte le parti. Penso subito a quando dovrò scendere che mi divertirò davvero tanto a fare questo pezzo. Il sentiero si fa sempre più impervio, ormai sono a piedi e con la bici in spalla e in questo caso normale che mi sia segnato entrambi i polpacci con i pedalini (che nervi). Ho il fiatone, ma il paesaggio è ancora più stupendo, completamente immerso negli alberi e circondato da un ruscello che sembra quasi seguirmi. Voglio spingermi oltre, non mi posso arrendere subito così. Dopo un pezzo fatto in questo modo raggiungo un altro spazio aperto, ma questa volta non più prato ma si presenta roccioso, la strada è solamente di sassi, ghiaia molto grossa. Decido lo stesso di mettermi in sella, ma non riesco nemmeno quasi a partire, e per la seconda volta continuo a piedi. Riesco a salire ancora qualche km, ma poi la strada cambia per l’ennesima volta e purtroppo non riesco più ad andare avanti, mi dovrei praticamente arrampicare con la bici in spalla e non penso di farcela. Mi godo quindi lo spettacolo del posto mangiando un bel panino e facendo qualche foto. Dopo aver ripreso le forze necessarie e non vedendo l’ora di farmi tutta la discesa rimonto in sella. Come al solito mi faccio prendere, e in un batter d’occhio mi ritrovo al punto di partenza non prima però di aver fatto lo slalom tra le persone che andavano al rifugio, penso che qualcuno mi abbia anche mandato a quel paese, effettivamente ho frenato poco e alcune volte sono passato un pò troppo vicino a loro. Sono quasi in paese e sono circa le 12. Decido di andare al traguardo ed aspettare gli eroi per filmare il loro arrivo. Da questo viaggio posso solo aggiungere una cosa. GRAZIE DOLOMITI!