E’ lunedì sera e la stesura di questo articolo sarà molto lenta e molto difficile dato che ancora le dita mi fanno male, forse leggerete l’articolo fra qualche giorno ma voglio scriverlo ora che tutto è ancora molto molto vivo nella mia testa e che le sensazioni positive battono i piccoli acciacchi di oggi.
Ma andiamo con ordine.
E’ venerdi, la giornata lavorativa sta finendo e il collega amico Tommy me la butta li: “Domenica vorrei andare ad arrampicare ma sono solo, tu e Cri volete provare?”
Cavoli, l’offerta è allettante, io e Cri è da tempo che vorremmo provare ma abbiamo sempre avuto mille remore a riguardo (oltre a non disporre dell’attrezzatura necessaria)… devo sentire Cri e vedere cosa ne pensa, quindi congedo Tommy con un “ci sentiamo domani”.
E’ arrivato sabato, ne abbiamo parlato e abbiamo deciso, si prova! La sera sento Tommy, ci organiziamo e ci salutiamo.
Arriva la domenica, io onestamente mi sono svegliato molto nella notte, la voglia e l’agitazione mi han stuzzicato tutta notte, Cri come al solito neanche sente la sveglia 🙂
Ore 9.30 Tommy è fuori dal cancello e sorpresa c’è anche suo cugino. Partiamo direzione Montorfano.
Arrivati a destinazione, caffè e poi prendiamo un sentiero che attraversa una vecchia cava e ci troviamo sotto a quella che sarà la nostra palestra: una placca di falesia che a me e Cri sembra impossibile anche solo da guardare dal basso…
Scelgono una via facile , una 4B, sale Chicco e sembra camminare in piano. Posiziona tutti i rinvii e scende grazie a Tommy che fa sicura, poi è il suo turno, anche lui sale con molta semplicità.
E’ il nostro turno. Cri vuole rompere il ghiaccio e parte per prima. E’ un pò titubante e le gambe tremano un pochino, ma prende fiducia e parte. A detta dei due “maestri” sembra portata per questa disciplina e a sentirla salire sembra che la bellezza del paesaggio le stia facendo sciogliere il ghiaccio.
Passa del tempo imprecisato ed è in cima. è felice, si sente. Ora si cala per scendere ed è il mio turno.
Metto l’imbrago, imparo a fare il nodo a 8 e parto.
Sono irrigidito, prendo confidenza con la falesia, provo i primi passi. Ragazzi che sensazione. un passettino alla volta salgo, la parete sembra liscissima. Alcuni minuscoli (ma davvero minuscoli) appigli li noto solo perchè Tommy e Chicco li hanno precedentemente sporcati con la magnesite, punto la scarpetta e penso che solo la punta gommata del mio piede e sei dita delle mie mani stanno reggendo il mio corpo.
Salgo io e sale l’adrenalina.
Sono in cima. Sono appeso e in sicurezza su di un “balconcino di roccia” posto 25 metri rispetto a dove ero quando son partito. Giro lo sguardo a destra e vedo il lago di Mergozzo. Sono appagato anche dagli occhi.
Ora seguo le nozioni che mi danno dal basso. mi siedo nell’imbrago e ridiscendo “pulendo” la via dai nostri rinvii ancora agganciati ai chiodi . Una bellissima sensazione. Ora le gambe forse tremano più di quando son partito.
Ci spostiamo di un paio di metri. facciamo un’altra via, stavolta una 4C con pure un passaggio su uno spigolo. Tutto come prima. le sensazioni sono uniche, i movimenti ancora goffi ma la fiducia nelle scarpette (e in Tommy e Chicco che fan sicura) aumenta e la voglia di arrivare in cima è devastante. mentre sali il tempo pare sia fermo e una volta in cima sembra sia volato. Non vuoi scendere ma in realtà scendi subito per poter fare un’altra salita.
Scendiamo e appagati io e cri ci godiamo da osservatori un paio di vie difficili che Tommy e chicco chiudono con grande soddisfazione. Capisco che l’arrampicata unisce principianti ed esperti su questa cosa: quando chiudi una via sei davvero realizzato.
Siamo quattro bambini al parco giochi.
Ci spostiamo in una zona doeve io e Cri proveremo una via di grado 5A. Il sole sta sparendo. Siamo in ombra e fa freddo. Appoggio la schiena alla placca e sento un un tepore fuoriuscire dalla roccia.
La montagna (la mia amata montagna) con le sue placche ci ha fatto un regalo, l’ennesimo regalo per chi sa amarla in ogni sua sfaccettatura. E ora con il tepore ci abbraccia anche.
Saliamo questa via con la felicità che ora supera di gran lunga la paura. I movimenti sono ancora molto molto goffi e credo lo saranno per tempo, ma abbiamo scoperto un’altro aspetto della montagna e del nostro bellissimo e polivalente territorio.
A casa una doccia calda e gli acciacchi che saltano fuori per farci compagnia mentre io e Cri ci raccontiamo le sensazioni. Siamo due wildpigs felici e soddisfatti.
Un grazie speciale alla morfologia del territorio, ma questa volta soprattutto un grazie e Tommy e Chicco che ci han regalato una bellissima giornata e una grande scoperta.
Il vostro problema cari cugini? Da oggi vi stresseremo più spesso per farvi compagnia!