Con l’anno nuovo riporto notizia vecchia sicuro che non tutti ne siate a conoscenza, di cosa parlo? Ma del Supervulcano presente in Valsesia !!!
Più unico che raro ma tantè, c’è… e questo è quello che troverete aprendo il sito sopra indicato
Le ricerche sviluppate a partire dagli anni ottanta dal Prof. Silvano Sinigoi, docente di Petrografia all’Università di Trieste, e dal Prof. James Quick, prorettore della Southern Methodist University di Dallas, hanno dimostrato che in Valsesia è esposto il sistema di alimentazione di un supervulcano fossile, fino a 25 chilometri di profondità.
I risultati sono stati divulgati al pubblico il 2 ottobre 2009 dallo stesso prof. Sinigoi, in una conferenza al teatro Pro Loco di Borgosesia e la notizia ha fatto subito il giro del mondo, rimbalzando, dopo la pubblicazione del primo studio completo sull’argomento sulla rivista internazionale “Geology”, sulla stampa nazionale, in Internet e trasmessa in televisione.
Da quel momento è iniziata, sotto la direzione scientifica del Prof. Sinigoi, un’attività divulgativa con corsi, conferenze, escursioni e l’allestimento di una mostra permanente.
Il 14 novembre 2011 si è costituita l’Associazione geoturistica “Supervulcano Valsesia”, con lo scopo di realizzare un geoparco riconosciuto dall’UNESCO e inserito nella rete europea e globale dei Geositi/Geoparchi, che si estende nei territori della Valsesia, Valsessera, Prealpi Biellesi, Val Strona e Alte Colline Novaresi, in corrispondenza dell’area occupata dal supervulcano fossile.
Continuando a leggere ecco qui il punto saliente:
Circa 60 milioni di anni fa, in seguito all’apertura dell’oceano Atlantico e la conseguente deriva del continente Africano, la collisione tra Africa ed Europa ha portato alla formazione delle Alpi e, in corrispondenza della Valsesia, ha ripiegato di 90° la sezione crostale, mettendo in luce le parti più profonde del sistema di alimentazione del vulcano. Grazie a questo rovesciamento della crosta terrestre è possibile oggi osservare direttamente ciò che in origine si trovava a 25 chilometri di profondità. Si tratta di una struttura geologica ormai fossile, che espone parti tra le più nascoste e profonde del sistema magmatico sottostante il vulcano, in genere inaccessibili. Ciò permetterà agli studiosi di tutto il mondo, geologi e vulcanologi, di capire cosa succede realmente sotto un vulcano attivo.
Grazie all’evidenza delle strutture emerse lungo la Valsesia i ricercatori, avranno un modello completo per interpretare sia i profili geofisici che i processi magmatici che agiscono sotto le caldere attive, capire quali sono i processi fondamentali che influenzano le eruzioni, dove sono immagazzinate le enormi quantità di materiale lavico, e spiegare ancora meglio i collegamenti fra i movimenti delle placche tettoniche e le eruzioni vulcaniche.
Se siete poi curiosi potete andare a scaricarvi la cartina che mostra tutta l’area interessata, scoprendo così che il Supervulcano è sotto gran parte del territorio della Valsesia e arriva ai piedi del Parco Fenera ma senza interessarlo.
Infine per tutti quelli appassionati di trekking o curiosi automobilisti è possibile farvi visita seguendo uno dei programmi che trovate rispettivamente qui e qui … e per la mountain bike?? Nessun problema, l’associazione organizza in collaborazione con l’associazione Wild Track alcuni tour.