E’ domenica 2 settembre, con le ultime piogge l’estate ha fatto i bagagli. Al suo posto, ancora per poco, c’è quel suo tepore che di giorno in giorno si affievolisce.
Mentre ero in ferie qui da noi c’è stato un grosso picco di caldo seguito poi da un pò di maltempo. Quello brutto che dura poco ma che si accerta sempre che sia ricordato strappando qui e là tetti, coperture in catrame, gazebo in giardino… insomma, un mascalzone.
Avendo circa un’ora e mezza a disposizione dapprima pensavo di farmi un giretto con la single speed ma poi ho cambiato idea e da qui mi son detto, perché non sgonfi un pò i copertoni al niner e ti fai un bel giro ricognitivo nei boschi dietro casa,giusto per vedere cosa c’è. Aspettati un pò di off road. Aspettati rovi.
Per la verità devo dire che il giro non è stato nulla di ecclatante, lo si potrebbe consigliare per portare a spasso i ragazzi che devono imparare i rudimenti dello stare in sella. Ho così costeggiato le vigne fin su a San Michele. Piccoli grappoli neri mi scrutavano da sotto le foglie. Forse qualcosa tra di loro si saran detti, che sò, ‘fiiuu, non è quello che da qui a poco ci taglierà… ci è andata bene’.
Percorso circolare
Percorso ufficiale per : Sentiero
Ideale per: Trekking, Mountainbike
Percorso in zona: Collina
Etichette: Solitario, tranquillo, Registrato con GPS, Ruvido, Rovinato, Sentiero, Strada di campagna / Strada consorziale, Sterrato / Sabbioso
Lunghezza percorso
16.6 Km
Altitudine massima
439 mt
Altitudine minima
313 mt
Dislivello positivo
229 mt
Dislivello negativo
229 mt
Informazioni sulla traccia: Semplice giro tra le colline della mia città.
Altimetria
Punti di interesse limitrofi alla traccia
Addentrandomi poi nelle strade nel bosco inizio ad incontrare alcuni alberi caduti, diversi, tutti in mezzo alla strada. Troppo alti per saltarli in sella. Proseguendo in stradine secondarie la vegetazione si fa più fitta, si protrae come tante braccia e cercano di afferrarti ora le gambe ora le braccia. Le mie nevegal sono ciccione abbastanza da passare sopra gli ostacoli umidi senza difficoltà.
In certi momenti la strada si perde nel sottobosco e un tappeto di erba pettinata dalle forti precipitazioni mi lascia quel senso di deja-vu che però ben non riesco ad afferrare. Inerpicandomi infine verso San Colombano lungo una salita scavata noto le mie gomme aggredire con voracità il fango cedevole per poi risputarlo disgustate poco dopo. Siamo quasi in cima piccole.
Giunto così alla chiesa di San Colombano da qui si gode la vista di Briga Novarese e lontane, le alte vette precedute dalle morbide colline del Parco del Fenera. La mia discesa è quindi tratta in pochi secondi, uno stradino alla destra della chiesa mi porta ancora lungo una fitta vegetazione che per l’ultima volta cerca di fermarmi sbarrando la strada al mio verde mezzo. A nulla è valso lo sforzo.
In brevissimo sono fuori, sull’asfalto, di ritorno verso a casa.