bike polo, il team piccante

bike polo, il team piccante

Il “team piccante” dei vercellesi, Simone, Martina e Matteo si racconta così!

09-10 Luglio 2011 - Pordenone Circus tournament 175

Nell’inverno 2010/2011 nella nebbiosa Vercelli tre amici con la passione comune per le biciclette e lo svago indistinto si trovarono a discutere sul come animare un po’ le serate cittadine. Nel discutere salta fuori che tutti avevano visto dei video di bike polo su internet. Erano rimasti tutti affascinati da questo gioco/sport approdato in Italia qualche anno prima. Era affascinante come uno sport elegante e raffinato come il polo a cavallo fosse stato convertito in uno sport  “da strada” decisamente più fisico dell’originale ma non per questo meno corretto, tra l’altro senza lo “sfruttamento” di alcun animale.

La conversione “urbana” su asfalto o cemento è toccata a vari sport, basket, hockey etc e quasi sempre sono stati gli americani a renderli più popolari e alla portata di tutti. Il polo in bicicletta (“bicycle polo”) anche se quasi sconosciuto ha origini in India alla fine dell’800 come strumento di allenamento delle truppe inglesi. Era la versione rivisitata del classico polo a cavallo ma sempre giocato su un campo ampio e in erba. Agli inizi del ‘900 prese piede al punto di fare una partita dimostrativa tra le nazionali di Irlanda e Inghilterra durante le olimpiadi di Londra del 1908.

Nel 2000 sono dei ragazzi di Seattle a cominciare a provare questo gioco sfruttando le classiche piste di pattinaggio disponibili nei parchi cittadini, dando così vita a questa nuova versione del polo che viene denominata “hardcourt bike polo”.

Come sempre in Italia è arrivato più tardi, circa nel 2007, si diffonde ma con difficoltà. Le zona più ricettiva è sicuramente il triveneto dove ancora oggi c’è il maggior numero di team. Si cominciano a vedere i primi tornei dove le regole sono ancora grossolane così come le attrezzature e le biciclette ma con il passare degli anni e con l’esperienza maturata sul “campo” si stanno via via perfezionando al punto di creare telai specifici in base alle esigenze dei giocatori. Il bello di uno sport nuovo è proprio che tutto è in divenire ed anche le nuove persone che si affacciano per le prime volte a questa “strana disciplina” possono portare il loro contributo alla crescita della comunità.

Quei tre vercellesi si diedero una scadenza (1° Marzo 2011) per organizzarsi, studiare le regole e capire come costruire/reperire le attrezzature e le bici necessarie per poter cominciare a sperimentare questa nuova avventura Vercellese.

20-22 Luglio 2012 - Parigi 057

La rete come si sa è fonte di notizie e consigli e così hanno cominciato a costruire i primi mallet (mazze) seguendo i video tutorial caricati da altri giocatori. Sistemate alla bene e meglio delle biciclette di recupero (è facile danneggiarle quindi inizialmente è meglio evitare bici costose) ed eccoli che in anticipo sul pronosticato si trovarono a fine Febbraio 2011 a provare a colpire la pallina arancione nel campo da basket di fronte al Palapregnolato del rione Isola di Vercelli. Martina, Matteo e Simone ancora si ricordano della nebbia di quella sera e la brina sulle guaine dei freni.

Il team è stato chiamato “team Piccante” per la prevalenza di colore rosso sulle bici e sull’abbigliamento dei tre componenti.

Da allora hanno continuato a trovarsi regolarmente e facendo girare la voce tra amici e parenti il team si è pian pianino ampliato.

Dopo aver assistito a due tornei come “tifosi” a Maggio finalmente due dei componenti del team Piccante hanno partecipato a Baggiovara (Mo) al loro primo torneo con format “shuffelone” (ovvero le squadre sono state create sorteggiando i tre giocatori tra tutti gli iscritti al torneo). E da li si ruppe il ghiaccio dei tornei!!! Ad oggi (12-12-2012) il team piccante ha partecipato a 11 tornei nazionali.

Il problema più grosso essendo ancora uno sport di nicchia è farsi conoscere. A Vercelli questo problema si amplifica non essendoci un campo idoneo per giocare.

Agli inizi, si sono allenati nel campo da basket del rione Isola di fronte al Palapregnolato. Le misure ed il fondo sono appropriati ma purtroppo non sono presenti le sponde, cosa che rende l’allenamento difficoltoso e poco proficuo in termini di gioco dovendo sempre interrompere le azioni per andare a recuperare la pallina fuori dal campo. Partecipando a vari tornei  hanno notato come le squadre che si allenano in campi idonei abbiano avuto un miglioramento di gioco e gestione degli spazi superiore al loro.

La pista ideale sarebbe la stessa utilizzata nel pattinaggio e nell’hockey con misure che possono andare da 15x30mt fino al regolamentare 20x40mt con le sponde lungo il perimetro e fondo liscio con un buon grip. In una città con una storia di hockey pista e pattinaggio artistico come Vercelli sembra assurdo che non esista una pista pubblica con queste caratteristiche. Nell’ultimo anno, sacrificando tempo e denaro, hanno cominciato ad incontrarsi a Corsico ogni mercoledì per giocare con il fruit team nel loro campo. Ma dopo gli incontri avvenuti nell’ultimo mese con l’assessore allo sport di Vercelli (Mazzeri) riusciranno ad avere uno spazio all’interno di un cortile comunale dove potersi allenare. Dovranno però rimboccarsi le maniche per reperire il materiale necessario per costruire le sponde attualmente assenti in quel campo, ma sono già contenti di poter attirare l’attenzione di potenziali giocatori della propria città.

Le regole sono molto semplici, si gioca in squadre di tre giocatori dove non ci sono ufficialmente ruoli fissi. Ogni team poi ha il proprio modo di impostare le partite. Il campo è come lo abbiamo descritto in precedenza e le porte sono molto simili a quelle dell’hockey con misure interne di 180cm di larghezza per 80cm di altezza. La regola fondamentale è che non si devono appoggiare i piedi a terra o su superfici che non siano i propri pedali (sponde, porte etc). Nel caso di piede a terra il giocatore dovrà uscire dall’azione non intralciando il gioco e non può riprendere fino a dopo aver fatto “tap out” ovvero colpire uno dei due segnali posti ai due lati della linea di centro campo. La mazza sotto la ruota (anteriore o posteriore) dell’avversario è considerato fallo anche se involontario principalmente per una questione di sicurezza. Sono ammessi gli scontri tra pari, ovvero è possibile il contatto fisico corpo-corpo bici-bici mazza-mazza se questi contatti non sono volontari e rischiosi per l’avversario, ad esempio urtarsi con le bici involontariamente cercando di raggiungere la pallina è possibile ma è vietato tagliare appositamente la strada all’avversario causandone la caduta (T-bone). Solitamente le partite hanno una durata variabile dai 10 ai 20 minuti a discrezione dell’organizzatore del torneo (il più delle volte dettato proprio dal tempo a disposizione in rapporto al numero delle squadre iscritte), se una delle due squadre dovesse arrivare a 5 goal la partita finisce anche se c’è ancora tempo a disposizione.

I ragazzi del team piccante, con in mente la struttura che verrà dedicata a questa nuova realtà Vercellese ed una volta resa idonea (sponde) vorrebbero riuscire ad organizzare un primo torneo Vercellese al quale sicuramente parteciperebbero squadre di ottimo livello, cosa che aiuterebbe molto la visibilità di questo sport anche nella nostra zona.

 Colgo l’occasione per ribadire anche l’invito a chiunque sia curioso e desideroso di conoscere e magari provare a praticare il bike polo che può contattare il team vercellese alla mail teampiccante@gmail.com o direttamente sul sito web www.teampiccante.joomlafree.it

 

14-16 Ottobre 2011 - Torino Open Bike Polo 064