SuperEnduro : Intervista a Franco Monchiero

SuperEnduro : Intervista a Franco Monchiero

superenduro_logoAmici cinghiali oggi facciamo due parole con Franco Monchiero, l’altra icona del circuito Super Enduro e Super Mountain.

La volta precedente abbiamo incontrato Enrico Guala ed oggi tocca al direttore di gara!

Ma non perdiamo tempo, non cincischiamo… Accomodatevi meglio sulla sedia che si parte.

 

 

Buongiorno Franco, grazie per esser aver risposto all’intervista. Vuoi brevemente raccontare qualcosa di te e spiegare come ti è nata la passione per il ‘fuoristrada’ e come è sfociato nell’ enduro e nel super enduro ?

531348_482920021736248_1088140985_nLa mia passione per il fuoristrada (all’inizio soprattutto per il Motocross) nacque quando ero ancora un ragazzino. Credo avessi più o meno 7/8 anni, quando mio padre mi portò a vedere una gara internazionale dove, ricordo ancora, vinse un grande campione di quei tempi (Emilio Ostorero) e da quel giorno ne rimasi praticamente “folgorato”!  Da allora il motocross, ma probabilmente un po’ tutto ciò che aveva ruote artigliate divenne una filosofia di vita. Appena ebbi l’età per poter fare gare, iniziai con l’Enduro (allora si chiamava Regolarità), ma poi feci tanto anche Motocross con discreti risultati,  ottenuti soprattutto per la mia grande passione. Nel 1987, quando praticamente smisi con le moto, mi comprai la prima MTB e fu automatico esportare le esperienze fatte prima.

Pensa che nel 1988, organizzai una gara di MTB che si svolse con gli stessi meccanismi che oggi applichiamo al Superenduro.

Pensavo da tempo che la formula dell’enduro fosse  perfetta per la MTB, ma probabilmente prima di coinvolgermi come organizzatore ero troppo impegnato agonisticamente in prima persona. Questo mi fa pensare che forse si invecchia anche per questo motivo 😉  Per mettere a disposizione degli altri l’esperienza accumulata!

Superenduro credo sia la naturale  evoluzione del mio modo di intendere la MTB, divertimento prima di tutto, divertimento nel condurre la bici su percorsi naturali sfruttando la gravità positiva.  Se poi, per raggiungere le quota ideale si deve pedalare, probabilmente la soddisfazione è ancora maggiore. Non possiamo dimenticare che la bici èla più grande invenzione a propulsione umana!

A condire tutto ciò, aggiungiamoci pure che fondamentalmente sono un inguaribile agonista che doveva per forza trovare una collocazione agonistica al proprio modo di interpretare la MTB.

Da quanto tempo conosci Enrico e quanto hai dovuto insistere con per averlo a bordo della Superenduro? Ora ha detto che ti ringrazia tanto. Sarai contento di questa affermazioni, immagino.

Conosco Enrico da almeno 20 anni, forse anche di più. Lo conosco bene perché lavorammo insieme dal 95 al 2001 e consapevole delle grandi doti di comunicatore che lo contraddistinguono, ero convintissimo che sarebbe stato perfetto per aiutarmi in questa avventura! All’inizio mi rispose che era una buona idea, ma non aveva tempo da dedicarvi, poi, fortunatamente lo convinsi qualche mese più tardi. Enrico, un po’ come me, rende molto meglio se ha alcune centinaia di cose da fare, si lamenterà sempre che ha finito il suo tempo a disposizione e quando è così (con la caldaia bene in pressione!!), va che una meraviglia! Se ha poco da fare borbotta e gira scarburato…..

Certo che mi ringrazia per averlo coinvolto, almeno ha altre 2/300 cose da fare…  Come piace a noi!

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Abbiamo capito che allestire un calendario, coordinare gli eventi, fare sopralluoghi è, in termini di tempo, molto pesante. Quali sono i tuoi compiti?

Più o meno tutto ciò che hai detto….  Purtroppo, spesso, ci adattiamo a fare un po’ tutto, ma diciamo che io mi occupo maggiormente della parte organizzativa e logistica delle gare, mentre Enrico è più concentrato sulla comunicazione.

Come direttore di gara, cosa ti fà più sorridere/piacere durante le competizioni o cosa più arrabbiare?

Sarà scontato ma la cosa che più mi fa piacere è constatare che i partecipanti alle nostre gare si divertano.

Mi fanno arrabbiare le persone che non capiscono la tensione,  pressione che viviamo durante le gare, perché una gara di Superenduro è parecchio complessa da gestire ed un minimo errore nelle dinamiche potrebbe far saltare tutto l’evento…..   Ma devo anche ammettere che non ho un bel carattere e probabilmente dovrei essere più comprensivo, lo dicono anche i miei amici ed hanno ragione!

Avete registrato la presenza di atleti di spicco che solitamente corrono in altre discipline, vedi Remy Absalon, Marco Aurelio Fontana, cosa pensi li abbia affascinati e spinti a battersi lungo le Vostre PS?

Forse i due che hai citato rappresentano due diverse interpretazioni. Remy, potremmo dire che è uno specialista, quindi come potrebbe non partecipare ad alcune gare del più bel circuito di Enduro al Mondo?!  Marco è uno dei piùforti Pro XC del mondo, anche un ragazzo stupendo che ama la MTB a 360° e quindi come potrebbe non partecipare ad alcune gare del più bel circuito di Enduro al mondo?!   A parte gli scherzi, credo che il denominatore comune sia la grande voglia di divertirsi!

Quando valutate nuove località quali punti chiave ricercate nel tracciato o nella zona limitrofa?

In una situazione ideale, mi piacerebbe trovare prove speciali selettive, che esaltano le doti di guida, la capacità di adattamento ed interpretazione di ogni rider, ma che siano sufficientemente lunghe per valorizzarne anche la resistenza fisica. Deve esserci pure il miglior compromesso per trasferimenti sostenibili nell’arco di una giornata. Infine tutto deve essere condito da grande divertimento. Le località che offrono tali requisiti o che comunque si avvicinano a questa filosofia sono perfette! Ultimo, ma non meno importante, dobbiamo considerare che la localitàoffra requisiti ideali in ottica turistica, strutture alberghiere e servizi adeguati, utili ad ospitare un buon numero di parsone e fargli godere nel migliore dei modi la permanenza durante i week-end della manifestazione.

Fortunatamente l’Italia è perfetta in quanto offre quasi ovunque tutto questo!

La tua bici storica? E quella attuale?

Purtroppo non ho una bici storica, forse quelle che mi piacerebbe avere appese nel garage come ricordo sono: la Cannondale del 91 con cui vinsi il campionato italiano DH ed una Scapin Frank perché ai tempi ero coinvolto nella progettazione di questo modello.

Oggi posseggo una Ibis Mojo HD con la quale mi diverto molto, peccato non poterla usare di più.

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La Super Mountain è veramente una bella idea, mescola, come già succede per la Super Enduro, atleti forti e appassionati. Li fa interagire. L’aggiunta di un percorso prevalentemente discesistico strizza l’occhio al DH. Quali sono altre motivazioni che vi hanno spinto a creare questo format?

In questi anni di Superenduro, mi è spesso capitato di incontrare Riders che non partecipano alle nostre gare perchédicono di non essere sufficientemente allenati per farlo o che comunque reputano troppo faticosa una gara Superenduro soprattutto per la parte di risalite pedalate. SuperMountain avrebbe dovuto coinvolgere questo target di utenza, quindi mi immaginavo gare ideali per il popolo dei Freeriders, ma di fatto non è stato così, per ora il numero di utenti partecipanti alle SM è stato basso ed in genere gli stessi che partecipano alle SE. Probabilmente è stato un mio errore di valutazione, forse l’utenza che avrei voluto coinvolgere, a prescindere non è interessata alle gare, a confrontarsi agonisticamente con gli altri. Continueremo sicuramente l’esperienza perché la gente che è venuta si èdivertita tanto, ma dovrà crescere come numeri di partecipanti altrimenti non ha senso continuare.

Se non erro ormai sono trascorsi 5 anni dalla prima gara Superenduro. Se guardi indietro cosa vedi/ricordi? Cambieresti qualcosa?

Beh, di errori se ne fanno sempre tanti e quindi cambierei ciò che ho sbagliato, ma non ti dirò mai cosa!  Sono troppo orgoglioso!  😉

Il calendario 2013 è ormai stato reso noto. Vi auguriamo un gran successo ma prima di lasciarci, c’è qualcosa che ti piacerebbe dire a tutti gli atleti SE?

Auguro a tutti un 2013 di grande divertimento! Inoltre vorrei invitare tutti quelli che vogliono darci consigli su come migliorare, a confrontarsi con me dandomi i suggerimenti che credono importanti, ciò sarà utile a raccogliere informazioni per cercare di migliorare.

 

Ringraziamo Franco per averci dedicato del tempo e per concludere vi lasciamo con l’intervista doppia così da poterli conoscere ulteriormente, poi, però, tutti a pedalare che loro di carne al fuoco anche per quest’anno ne hanno messa !