Vacanze (facili?) in bicicletta: Andalusia

Vacanze (facili?) in bicicletta: Andalusia

L’Andalusia non è una regione pianeggiante! Sara lo sapeva e l’aveva detto, altri me lo avevano detto, io forse l’avevo capito. Ma pensavo lo fosse di più.
Cari amici cinghiali, oggi si parla delle ultime mie e di Sara vacanze estive: stavolta però le faccio raccontare a lei…

Yeaahh, ci siamo, è arrivato il giorno! Si parte, figata! Caldo, sole, mare, Andalusia. Prepara costumi, scarpe, 1000 vestitini, trucchi, smalti,… No Sara, no: prepara luci anteriori e posteriori, casco, uno al max due paia di scarpe, pochissimi vestiti, fornellino, tenda, materassino. Si perché in realtà quest’anno, in questa vacanza NO RELAX, si va in bici. Partiamo con i nostri scatoloni belli chiusi imbarcati sull’aereo, arriviamo in Spagna con gli stessi scatoloni belli aperti: la preoccupazione di Dani è ovviamente quella di come stanno le bici, la mia è: ma chi me lo ha fatto fare di arrivare in aeroporto alle 21.30, montare le bici e iniziare a pedalare di notte, buio pesto, in un posto che non sai neanche come sia, e conciata come il tipico olandese che si vede per strada e che quando lo incrocio penso: “guarda questo come va in giro!” Cerco di calmarmi e inizio a pedalare, maledicendo innanzitutto mio fratello e morosa, perché l’idea del giro è stata loro (anche se poi non sono venuti, nda) Premetto di preferire di gran lunga le vacanze “avventura”, nel senso di spostarsi in varie città, dormire in tenda, in camper o auto, ma proprio la bici non l’avevo mai presa in considerazione come unico mezzo di trasporto! E a pensarci bene, una vacanza in villaggio all-inclusive, del tipo spiaggia-villaggio, villaggio-spiaggia, non mi sarebbe dispiaciuta quest’anno. Ma cosa avrei raccontato poi una volta tornata a casa? Nulla, quindi a parte le ripetute incazzature, ovviamente incolpando e insultando Dani (cioè io, Erby, nda) visto che era l’unico presente oltre a me, devo dire che è stata una vacanza stupenda, ricca di novità ogni giorno! Di sicuro, non rifarei un viaggio simile in Andalusia, perché penso non sia un luogo adatto per pedalare: non ci sono strade secondarie, si pedala principalmente sulla autovia (la ns superstrada)  dove viaggiare in bici non è il massimo, non solo per la sicurezza, ma anche per il panorama. E poi fa veramente troppo troppo troppo caldo. Quindi il pensiero che ho avuto per le due settimane di vacanza è stato quello di vendere la bici e le borse; ma il pensiero che ho avuto appena tornata a casa è stato quello di “anche no”: di sicuro rifarò un viaggio così, magari in un posto più fresco e più attrezzato per le bici… Qui non so cosa scrivere per finire!

Quindi lo finisco io. Solo per la cronaca, ecco la mappa del nostro viaggio: volo per Jerez de la Frontera, di li a Cadice e poi giù lungo la costa atlantica (splendida e più selvaggia) fino a Tarifa, il punto più meridionale d’Europa, passando da Gibilterra, per poi risalire lungo la costa mediterranea fino a Malaga e volo finale per Milano.
Un grazie particolare alla birra, che ci ha tenuti uniti e rinfrescati nel modo migliore e me la sogno ancora adesso!
Un supergrazie particolare a Sara che lo sapeva e l’aveva detto che l’Andalusia non era pianeggiante, ma ha pedalato comunque.
PS: W Tarifa e W la Feria di Malaga!