Cari amici cinghiali, siete in ritardo con gli ultimi regali di Natale? Avete qualche amico ciclista e/o ubriacone (!) che potrebbe gradire una cassa di ottimo vinello come quello in foto, ma non solo?
Benissimo! Potete anche cogliere l’occasione per fare del bene, come vi spiegherò in questo articolo. Ricevo dall’amico Selvatiko Mauro Vanoli e condivido con tutti voi.
“La storia in breve, velocemente, come bere un bicchiere di… punto. Conosco Stefano (l’uomo della vigna) per caso, ma per caso davvero. Io non bevo e lui non c’azzecca con le bici. Galeotta fu quell’etichetta (che noi siamo un po’ malati no?).
Essi’, l’adesivo su quella bottiglia e’ cosa assai curiosa, vicina a quella col tacco 12 (veder al suo sito web www.cantinegramigna.com) fa la sua porca figura, sembrerebbe roba per palati fini e portafogli gonfi e invece, parole sue, “vino normale, anzi, sa di tappo”.
Stefano non se la mena, ha scelto di passar tre giorni la settimana nella campagna pavese ereditando un campo e facendosi un mazzo cosi’ (part time), con un mutuo cosi’ (20anni), per andar avanti con la sua passione (io mi ci rivedo). Prima riparava strumenti musicali, e lo dico qualora dobbiate accordare la vostra… pianola Bontempi.
Si era una sera davanti alle sue bottiglie, le etichette erano ancora a livello di bozza, forza del marketing o potenza di Bacco non e’ dato sapere, io davanti a quella “fissa” mi fermai. Quindici giorni per diventar amici e nemmeno una bottiglia scolata in due. Stefano, che era li per vendere, nemmeno mi invito’ a degustare (l’ho bevuto in seguito, sa di tappo, confermo).
Lui, nel frattempo, imparava del mio cazzeggiar con le bici (il fetente, non fidandosi, si e’ anche documentato on-line (www.selvatiko.com), del mio amato Nepal e…
E il resto, per non tediarvi, e’ una buona azione natalizia. Due euro netti (dei cinque della bottiglia), senza pacchetti “coreografici”, addobbi e fronzoli inutili e costosi (alla confezione 5 stelle dal costo di 4 bottiglie, preferiamo queste ultime :-D) andranno ad aiutare il Centro Ortopedico che anni fa avevo cominciato a sistemare proprio in quel magico Paese.
Nelle stagioni abbiamo sistemato il Centro (abbiamo, io, nepalesi e amici “di passaggio”), regalato una protesi a un ragazzino ora maggiorenne (un ragazzino che tanto somigliava alla nostra mascotte ndr), sistemato un centro di riparazione per carrozzine (l’unico nella citta’ di Kathmandu) e molte altre piccole cose (donazioni di vestiario etc) grazie al passaparola.
Diversi i progetti in predicato e per i quali servono soldi e tempo ma soprattutto “maniche rimboccate”. Una goccia nel mare della solidarieta’ e un goccetto di vino come idea per questo prossimo Natale. Poi Stefano sentitelo da voi, di damigiane ne ha in quantita’, e’ disponibile e alla mano, come un vero biker. Anche se, lui, con la bicicletta non c’azzecca davvero nulla. Anzi.
977 e’ il marchio che caratterizza le nostre “mosse” in Nepal e non nasce a casaccio. 977 e’ il prefisso telefonico di quel magico Paese.”