Ciao Elena e grazie per aver accettato di fare due chiacchere con noi, animali pelosi. Immagino che molti già ti conoscano, sia per la tua attività sportiva a due ruote che fotografica, ti andrebbe ugualmente di presentarti brevemente?
Ciao, con molto piacere mi presento: sono Elena Martinello, sono originaria di Vicenza, ma visto i miei continui viaggi mi considero cittadina del mondo. Sono una persona che vive di passioni e il ciclismo è una di questa. In realtà sono un’ex ginnasta e di acrobazie ne ho fatte molte, ma da quando sono nel mondo delle due ruote ho sempre cercato di provare ad usare la bici in tutte le sue sfumature. Diciamo che prediligo la mountainbike, ma mi affascina molto anche tutto il resto come la bici da strada, il freeride, la parte street e urban di essa… Questo mi da anche la possibilità di essere in continuo contatto con chi fa della bici il proprio pane quotidiano. Con la fotografia ho sempre cercato d’immortalare la parte piú romantica della bicicletta, il lifestyle, che prediligo all’action.
Anch’io ho entrambe le passioni, e seppur da hobbista, se dovessi fare una scelta sarei in difficolta. Tu quale pensi sia quella che completa di più e perchè?
Mmm… Difficile scegliere! In realtà fino ad ora sto riuscendo a incastrare tutte le cose, oltre a questo ho l’hobby di creare berretti ad uncinetto. Quindi non vorrei scegliere ma far convivere tutte le cose, ognuna completa l’atra!
Viaggiatrice, sportiva, fotografa, come ti descriveresti?
Adoro viaggiare… Il cuore mi ha portato in posti vicini e lontani, per anni o per giorni come ad esempio l’Australia, il Vietnam, l’India… Luoghi dove sbizzarrirsi con la macchina fotografica. L’Australia mi ha inspirato molto, ho avuto il piacere di viverci, lavorare e visitarla in lungo e in largo a bordo di un piccolo furgone chiamato Carletto! Sportiva da sempre, prima nuotatrice agonista, poi ginnasta e poi ciclista… Non mi sono fermata di certo solo a questi, ho provato il windsurf, la barca a vela, il tennis, l’arrampicata etc… Adoro lo snowboard e ciaspolare! La fotografia non è un lavoro a tempo pieno ma mi sta dando grandi soddisfazioni. Punto a fotografare emozioni.
Vedo su Flickr che hai seguito l’Eroica, che cosa ti ha regalato questa fantastica avventura senza tempo?
L’Eroica non l’ho pedalata ma fotografata. Un vero e proprio ritorno al passato. Una grande emozione per me, è come vivere il ciclismo di altri tempi in uno splendido scenario toscano che conserva ancora tutta la sua originaria bellezza delle strade sterrate. Mi aspettavo di vedere Coppi e Bartali e m’immaginavo quel momento in cui si passavano la borraccia. Un’atmosfera speciale, il ciclismo vero non competitivo, che unisce le persone, proprio come piace a me!
Vorrei capire con te un po’ di più sul mondo del ciclocross monorapporto dato che so che hai iniziato a partecipare a qualche manifestazione. Semplicemente: Come, quando e perché?
Ho iniziato in questa stagione invernale, puramente per caso, perché un amico mi ha chiesto di parteciparvi. Il ciclocross singlespeed non è riconosciuto dalla federazione, ma alle nostre gare vi partecipano un centinaio di persone. Chi ci corre fa un ciclismo un po’ diverso, c’è chi normalmente frequenta il mondo fixed, chi del cicloturismo, chi delle fatbikes. Vestiamo molto colorato e con poche scritte sulla divisa. Io faccio parte del team Zullobike – Biciclista – ChrisKing. Nonostante la non-ufficialità dello SCIS (Singlespeed Ciclocross Italian Series) siamo seguiti in tutto il mondo. All’ultimo evento Rockville, la lingua più parlata era l’inglese: chi veniva da Londra, chi da Berlino e chi dalla Svizzera. Vi suggerisco di venirci a vedere, c’è da divertirsi. Al momento, sono sempre arrivata prima nella categoria donne! Le gare si svolgono nel nord Italia, in prevalenza Veneto e Lombardia. Una volta al mese ci troviamo a percorrere sentieri che non conosciamo e che ci vengono svelati al momento del via. Nei parchi cittadini o tra i vigneti, ogni volta lo scenario ed il terreno cambiano. Nella nebbia, con il ghiaccio: ci si scalda subito con il ciclocross.
Il mondo delle ruote ciccione singlespeed è allegria, aggregazione e tanto divertimento, da quel che vedo spulciando la rete la stessa filosofia è presente anche per il ciclocross. Confermi o ci sono differenze??
Nel ciclocross singlespeed è proprio cosí… Una grande festa ogni volta. Il ritrovo, la gara e il pranzo. Credo che il ciclocross classico invece rimanga un po’ in stille XC quindi vere e proprio competizioni. Nel singlespeed capita che se ti cade la catena, chi ti corre vicino si fermi e ti da una mano… Non credo accada nel CX “normale”!
Il bel video qui sotto svela un pò della magia di questi eventi, si evince proprio il legame tra le persone…
Che differenza c’è tra la mountain bike e il ciclocross?
Il ciclocross non ha mai molta salita, ma spesso il circuito risulta molto più duro di scalare metri di dislivello. Si corre nel fango, e spesso a piedi, bici in spalla e cuore a mille. Si corre a tempo e non a giri: 45 minuti più un giro! Vi sono ostacoli da saltare, rampe di terra da scalare, tronchi, guadi, paludi, radici…
Che rapporti si usano solitamente ?
Ruote fine e manubrio con la piega, ovviamente senza cambio, un solo rapporto. Io monto un 38-20, piuttosto duro da spingere soprattutto se il terreno è colloso come a Rockville, c’è chi monta 38-18 e chi rapporti piú pedalabili, è del tutto abbastanza personale.
Infine, avendo una sola frase a disposizione, cosa diresti per invogliare qualcuno a provare?
Credo che basti guardare le nostre foto per farsi venire la voglia di provare, vi dico solo che a volte si parte correndo o dentro una bowl.