Mentre scrivo questo articolo è domenica 7 dicembre e sono le 14.20.
Il bimbo dorme e mia moglie si è presa una meritata pausa per un caffè con l’amica di una vita.
Tradotto: io sono obbligato a casa 🙂
Fuori pioviggina. per molti potrebbe essere un clima brutto, per me un clima eccezionale per andare a correre nei boschi oppure ottimo per una bella discesa flow in bici. Ma come detto, devo stare a casa.
Metto il naso fuori dalla finestra a emi sembra di sentire il rumore delle ruote nel fango.
Guardo le nuvole e la nebbia e mi sembra di vedere il mio respiro che condensa in vapore mentre pedalo in piedi sulla salita che mi porterà alla tanto desiderata discesa.
Le mani mi “prudono” prudono fastidiosamente, i muscoli delle gambe si contraggono come a cercare di spingermi giu dalle scale.
Penso che ieri non ho potuto pedalare per via di un matrimonio, oggi sono bloccato e sicuramente domani non riuscirò a pedalare.
Ho bisogno la mi dose ma non riuscirò ad averla questo fine settimana.
Le mani sono sulla tastiera, gli occhi alla finestra ma la testa è nei boschi.
All’inizio mi sento un pò abbattuto, sono un bambino che vuole andare a sporcarsi ma non può.
Ma adesso mi scappa un sorriso. Penso a queste sensazioni. Penso alla fortuna che abbiamo a provarle. Alla gioia che proviamo quando siamo sulla bici.
e la conclusione è sempre la stessa.
CHE FORTUNA CHE ABBIAMO AD AVERE QUESTA PASSIONE. CHE BELLISSIMA DISCIPLINA PRATICHIAMO
Pedaliamo, e fanculo a tutti i problemi