Sabato.
C’è stato il consueto giro di messaggi, ma qualcuno è in montagna, qualcuno non può, qualcuno può il pomeriggio (Teo, e sapete già come sia andata). Io può il mattino.
Vado, non vado? Fa freddo, non fa freddo? Ok, vado e non fa freddo. Opto per un giretto tranquillo nei sentieri vicino casa, più che altro imparare bene dove inizino e per scoprire dove finiscano, anche se non credo molto lontano. Inforco la mia amata salsina, ancora in ss: è un giretto tranquillo, per guardarsi intorno, per stare bene. Provo un sentiero e torno indietro, poi mi dirigo verso il tracciato della corsa a piedi che abbiamo “gareggiato” la domenica prima. Nessuna fretta alle spalle e nessun obiettivo particolare, così mi fermo spesso a guardare cartelli segnaletici dei sentieri e a fare foto (di cui una che secondo me, fosse bella tetra o candidamente innevata, si potrebbe pensare a qualche posto sperduto in Transilvanya o Wyoming); insomma a cercare di immaginare nella testa i vari percorsi della zona. Giro e rigiro, e dopo circa 2 orette decido che sia il momento di tornare verso casa. Tutto qui.
Rientro però contento, per almeno 3 motivi:
Uno: Beh, se ho poco tempo, un giretto dietro casa ci sta sempre!
Due: La bici è anche questo: pedalare da soli, senza fretta, per il gusto e il piacere di farlo.
Tre: C@zz0 se è figo il SS! In soli 20 km, se riesci a trovare due corte ma ripide salite, ti ammazza certo, ma ti riempie anche il cuore. Mai più SSenza!