Ciao amici cinghiali,
Se seguite il nostro blog da un pò di tempo avrete capto che, nel mio caso, oltre ad amare la mountain bike (e la montagna), vivo la bici come una filosofia di vita, dall’organizzare gite (dalle semplici a quelle più complesse), alla volonta di imparare (con due carissimi amici) di “studiare” come accompagnare la gente, ai libri, ai viaggi in bici, alle escursioni lunghe, alle uscite in notturna o alla mattina presto, al recupero dell’anima di vecchie bici, alle considerazioni che il turismo lento comporta.
Insomma, mi ripeterò ma la bici per me è davvero filosofia.
Sarà un caso che infatti, girando per gare e manifestazioni, un solo modello di bici mi abbia conquistato, lasciandomi davvero senza fiato?
Cercando informazioni in internet ho scoperto una cosa che davvero mi fatto sorridere.
La bici in questione che non possiedo, e che resterà uno di quei sogni realizzabili ma irealizzabili è la Vado di Ikudei.
Perchè filosofia e bici?
Mi limito a riportarvi quanto detto direttamente da loro:
IKUDEI è un termine giapponese che significa “vado verso”
(iku = vado, dei = verso).
Il marchio contiene quindi già nel suo nome l’essenza di un concetto Zen di PERCORSO e MOVIMENTO; la bici diventa il mezzo per realizzare anche un’evoluzione fisica e, più in generale, un’aumentata qualità della vita del ciclista che la utilizza.La fusione tra gli antichi principi delle culture orientali e le tecniche di lavoro corporeo più innovative nel panorama delle tecniche occidentali, ci hanno permesso, dopo anni di ricerca, di strutturare dei programmi di lavoro che facilitano il gesto atletico, rendendolo più efficace, più integrato, più armonioso ed esteticamente migliore.
Il nostro modo di lavorare si basa sul recupero di schemi motori, come lo schema “contro laterale”, o meglio schema dei riflessi crociati che presiedono ai movimenti controlaterali (per intenderci, quelli che collegano il movimento di un braccio con la gamba del lato opposto ) . Oppure sul permetterci di comprendere esperienzialmente che un lavoro sul piede modifica sostanzialmente la funzionalità del collo e quindi di tutta la colonna.
Un grande salto di paradigma per chi è abituato a pensare al piede come a un piede e al collo come al collo, distanti tra loro e quindi separati anche funzionalmente. Una grande opportunità anche per riconsiderare l’origine dei frequenti traumi che caratterizzano il mondo dello sport sia a livello professionistico che amatoriale.
Ogni individuo, anche quando ripete mille volte un movimento cercando di perfezionarlo, di fatto tende a riprodurre solo gli schemi che già possiede, con tutti i loro limiti. Riuscire a evocare sul corpo riflessi profondi del sistema nervoso con un lavoro lento e profondo, al di fuori del contesto sportivo, significa permettergli poi di utilizzarlo nel contesto abituale in modo assai più efficiente. E’ il grado di accessibilità a certi riflessi a rendere tale un campione.
Per noi di IKUDEI, Bike Philosophy significa utilizzare al meglio il proprio corpo e le proprie risorse. Vogliamo che ognuno esprima il meglio, qualunque sia il suo livello. Vogliamo semplicemente divertirci generando benessere praticando lo sport che ci piace, portandoci dietro tutto il corpo, testa compresa, invece che, come spesso succede, solo le gambe.
Che dire, se l’amore con la Vado c’è stato al primo incontro, dopo queste parole posso che sonsiderarlo un amore consolidato, e dopo la spiegazione, assume un significato ancora maggiore il nome Vado 🙂
Ah, per chi non lo conoscesse, il gioiellino (ripreso in opera) è questo