Devi essere pazzo a pensare di volerti svegliare il sabato ancor prima di quando ti svegli in settimana per andare a lavoro, soprattutto se non ti sei coricato proprio presto. Così rimandi la sveglia delle sette, prima alle otto e poi alle nove. Alla fine scendi dal letto, giusta colazione, panini pronti, bici caricate e parti. Destinazione: Piazza Duomo e la via della moda, Milano.
Il tutto attraverso le piste ciclabili del Naviglio Grande.
Volendo raggiungere la meta e tornare indietro ancora pedalando, io & Sara decidiamo di partire da Oleggio (NO), per seguire il Naviglio Grande prevalentemente sulle piste ciclabili che lo costeggiano fin dentro Milano, contrassegnate da linee gialle. Il paesaggio è molto piacevole, il verde è il colore dominante e l’acqua scorre talvolta quasi piatta, altre volte più increspata. In direzione Turbigo (VA) si incontra un breve tratto stradale autofrequentato da un comunque esiguo numero di veicoli, si passa poi in prossimità di una centrale elettrica e potrebbe anche capitarvi di vedere qualche surfista che cerca di domare le piccole onde create sul canale. In pratica, fino a qui non abbiamo mai tolto la ruota anteriore dalla linea retta immaginaria che ci precede e segue l’acqua sul fianco. Prima di Turbigo un poco di asfalto cittadino fino a raggiungere un semaforo: svoltiamo a DX e dopo una decina di metri, prima di passare sopra il ponte, prendiamo la strada ancora a DX per recuperare, dopo una brevissima discesa, la pista ciclabile che riprende lungo il canale. Da qui incontriamo il paesaggio a nostro parere più bello, caratterizzato da giardini e case ben decorate che si affacciano sull’acqua, ponti in pietraia da scavallare per passare da una sponda all’altra del canale e seguire la linea gialla (in origine ero timoroso di sbagliare qualche “traversata”, ma devo dire che è praticamente impossibile!), passando nell’ordine paesi come Castelletto di Cuggiono, Boffalora sopra Ticino, Robecco sul naviglio, Albairate.
Ormai stretti dai morsi della fame (saranno le 12.30 circa), ci fermiamo all’ombra di un’area di sosta e ci gustiamo il panino. Ripartiamo e giungiamo poi allegramente ad Abbiategrasso (MI): uscendo dal paese, la pista lascia spazio ad un brevissimo tratto di strada che, nell’ordine, sale, svolta a DX su di un ponte e poi subito a SX per tornare in riva al naviglio. (Al ritorno, ricordatevi di seguire la strada che sale verso il ponte e non quella a DX, “più bassa” che entra in paese).
Da questo punto in avanti la strada è veramente molto dritta: siamo sulla pista ciclabile, a DX abbiamo il Naviglio e ancora a DX corre la statale 494 per Milano. Anche in questo caso passiamo ai lati o nel mezzo di piccoli paesi, come Vermezzo e Gaggiano (a proposito, se trovate un cigno nei paraggi, riportatelo in paese!): qui, si esce dalla pista per un breve tratto, si passa un semaforo e si cambia sponda del canale imboccando la rampa non scalinata di un ponte.
Pian piano si intravedono i primi palazzi in lontananza… (là dove c’era) l’erba e gli ultimi campi coltivati lasciano spazio al cemento cantato dal ragazzo della Via Gluck, che ci conduce per mano e sui pedali dritti dritti a Trezzano (sul naviglio), per poi proseguire verso Corsico (MI). Foto di rito davanti al cartello “Milano”. Fin dove si può proseguire lungo il Naviglio, continuiamo a pedalare, e sbuchiamo in zona Navigli, dove ora c’è chi termina il pranzo e al ritorno ci sarà chi anticipa l’ape. Ok: ormai è città. Procediamo cauti e attenti a non scivolare dentro i binari del tram. Sbuchiamo in Piazza 24 Maggio, poi dritti per Viale Gian Galeazzo, e quando incrociamo Corso Italia svoltiamo a SX per raggiungere poco dopo il simbolo de Milan!
Che strano arrivarci davanti con la tua bicicletta, senza auto ne metrò! Ti dà quella sensazione strana di aver tagliato il traguardo di un viaggio corto o lungo che sia, ma che ti ha dato tanta soddisfazione! In primis alla parte femminile del duo che di certo non è solita macinare così tanti km sulle due ruote!
E infatti adesso le parte per un attimo l’embolo di essere a Milano: oddio, ci sono i saldi! Ecco, come faccio ad entrare! (nda: elenca precisa i negozi che portano dal Duomo a San Babila!) “Entra tu, io sto fuori con le bici!” – “Ma come faccio ad entrare conciata così!” Noooo, dai, almeno da Zara! Uffaaaa!
Il tempo di riposarci un attimo, bere un po’ d’acqua e pedalare fino al Castello Sforzesco, ed è già ora di tornare indietro. Il ritorno ha un ritmo leggermente più blando, ma sempre accettabile, da godersi nei tratti di ombra sulla sponda SX del canale. Alla fine, dopo essere partiti da Oleggio alle ore 10.30, ritorno ad Oleggio alle ore 19.45, con un immenso brava a Sara per aver tenuto duro e non aver mai mollato, soprattutto quando la vista si annebbiava fino al nero più cupo negli ultimi diecimilametri che sembravano non passare mai, ma che portavano orgogliosamente il conteggio finale a 115,77 km.