E’ sabato mattina.
e’ la prima giornata davvero fredda nella mia zona.
Alcuni cinghiali in tarda mattinata andranno a raidare su qualche goloso sentiero del Mottarone, ma io no.
Ho un impegno alle 9.30 e uno alle 11, oltre alla necessità di dover stare vicino a casa e poterci tornare in breve tempo.
La voglia di andare in bici è tanta però: è stata una settimana impegnativa e che mi ha causato anche del nervoso, uno sfogo ci vorrebbe.
Penso che al primo impegno potrei presentarmi in bici dato che il mio interlocutore non si formalizzerebbe di sicuro; però sarebbe un palliativo, non uno sfogo.
E qui mi ricordo che sono un cinghiale. e cinghiale vuol dire passione, passione vera e inpulsività.
Basta, sono le 7.15 di un uggioso sabato mattina e non riesco a dormire, SI ESCE IN BICI!
Prendo il mio fresco nuovo amore, la mia Marin in versione single speed full rigid e parto, destinazione parco del Fenera (anche perchè l’incontro delle 9.30 sarà li) e parto, giro previsto? Ignoto!
Parto e salgo alla Cumiona per poi scendere a Maggiora. E’ da tanto che non pedalo un pò da solo nei boschi.
La giornata sarà strano ma ha uno dei miei climi preferiti. Scendo a Maggiora, sono gia felice.
Ricordo per l’ennesima volta una cosa che non ho mai dimenticato: questo sport mi da davvero tanta gioia.
Ripenso ai miei “inizi” e senza rendermene conto mi accorgo di aver preso gia un’altro sentiero.
Ho con me la macchina fotografica, scatto qualche foto inutile ma sono contento di farlo.
Pedalo, penso che questa salita anni fa l’ho fatta sputando sangue e invece ora la affronto con una certa tranquillità. Solo la passione non è cambiata. Mi fermo a sentire dei rumori. Come sempre sono tra l’incuriosito e il sospettoso. Sai mai chi puoi incontrare… sopratutto in periodo di caccia 🙂
Di tanto in tanto mi sorprendo sorridere “ingiustificatamente. Pedalo e considelo ancora la fortuna che ho avuto a scoprire questa passione.
Sono di nuovo a Maggiora. L’istinto mi porta a prendere il sentiero che è stato praticamente per tutti i cinghiali il battesimo. per me lo è ogni volta. Pedalo. Sorrido. Penso. E di tanto in tanto mi godo la discesa.
Sono felice. anche quando scopro di aver perso il rullino del tendicatena. Mi fermo, torno indietro, ritrovo i ezzi (che fortuna!), rimonto il tutto, riparto e sorrido…
Arrivo in cima e penso alla prima volta che ho raggiunto questa meta dopo la breve ma allora interminabile salita. E ancora noto che la passione non è mai calata.
Torno indietro, qui si scende da dove si è saliti! Arrivo in fondo, sorrido e riparto. oggi il battesimo mi va di farlo due volte.
Arrivo in cima, secondo giro, stesso piacere.
Unica diversità? Mi accorgo che ho dieci minuti per arrivare all’appuntamento!
Scendo, incontro chi di dovere, faccio quello che devo fare, riparto per casa. ritorno su asfalto con quell’unico rapporto che mi fa frullare le gambe come quando proprio non sapevo cambiare 🙂
Una settimana di stress, nervosismo e stanchezza cancellati da due ore di divertimento infantile e sano sport.
Capisco che sono fortunato, che lo stress a volte ce lo causiamo perchè non sappiamo accontentarci. Perchè non sappiamo apprezzare il bello. Perchè lamentarsi è più facile che saper vedere.
La mia settimana non è stata poi così brutta, e la prossima sarà meglio.
Lo so.
l?ho capito.
In realtà l’ho sempre saputo, è che a volte ci dimentichiamo.
Per fortuna la mia bici nel momento giusto riesce a ricordarmelo,
Teo
Ps: di seguito alcuni degli scatti inutili. Lo so non dicono niente. Ma mentre scattavo, come credo di aver già detto…. SORRIDEVO 🙂