I bike Copenaghen

I bike Copenaghen

Buongiorno amici cinghiali! Era da troppo tempo che non ci si salutava sulle pagine del blog! Spero di esserv mancato come mi siete mancati voi!

Mi era già capitato di parlare di questa splendida città e della sua ampia opportunità per chi ama spostarsi in bicicletta nel traffico cittadino.

Non posso non parlarne ancora, e ancora bene, dopo averla vissuta in prima persona plurale durante le feste invernali. E lo farò procedendo con un semplice elenco.

La vista: appena sbarchi a Copenaghen, ti accorgi di come le cose qui funzionino diversamente: donne con bici sul treno/metro che porta in città, nonostante il tempo sia più vicino alla pioggia che al sole, a gennaio; bici stilizzata sulle porte del treno/metro che porta in città.

Lo spazio: una volta giunto in città, ti affacci sulle strade e trovi viali cittadini ampi, formati da almeno due carreggiate per le auto, zona rialzata per il passaggio in sicurezza delle biciclette e ulteriore marciapiede rialzato per il passaggio in sicurezza dei pedoni.

Quindi 3 fruitori della strada e 3 zone separate e dedicate per il transito.

I semafori: uno per le auto, uno per i pedoni (sempre abbinato al segnale acustico per i non vedenti) e uno per i ciclisti (sdoppiato per chi prosegue straight o chi va right). Sempre tutti funzionanti.

Le strisce blu a terra: in corrispondenza degli incroci, al verde del loro semaforo, i ciclisti possono attraversare le carreggiate pedalando su zone delimitate in azzurro che contemporaneamente avvertono gli automobilisti della possibile presenza di biciclette. Se volete svoltare a sinistra, non vi fermate in mezzo alla carreggiata e poi svoltate, ma attraversate e vi fermate a destra in prossimità della corsia che giunge da destra, in attesa che il semaforo corrispondente diverrà verde.

La gestualità: quando un ciclista intende svoltare a sinistra (nel modo descritto sopra), segnala la sua intenzione a tutti gli altri fruitori della strada alzando il braccio sinistro prima di accostare al semaforo corrispondente della corsia che giunge da destra e che diverrà verde. Ho addirittura visto alzare il braccio destro per avvertire di voler svoltare subito alla prossima uscita a destra.

The lights: appena scende la sera, e in inverno succede già verso le 4 p.m., tutte le biciclette si illuminano di luci frontali e retro (mi hanno detto che i vigili sono molto severi con i trasgressori).

Le rastrelliere: a palate. Lunghe e a due piani in corrispondenza di importanti fermate della metro o davanti a palazzi o complessi adibiti ad uffici; più corte, magari da 4-5 posti, davanti a fabbricati o case più in periferia.

Il pedalare: abbiamo provato a pedalare anche noi, noleggiando una citybike per poter raggiungere zone più lontane. Uno spettacolo. Bici a contropedale che viaggiano veloci sulle strade perfettamente asfaltate e immediata percezione di come muoversi in sicurezza su queste nuove strade.

Mamme e bambini: tantissime bici con il carrellino porta bimbi o portabagagli, posto all’anteriore (con i bambini a guardare avanti e prendere tutta l’aria, che fa bene e fa crescere sani! Neanche fossero Spartani!) oppure al posteriore.

 

Se qui il ciclista viene visto come un ingombrante occupante della strada, là è parte integrante del traffico, con lunghe code di ciclisti ai semafori pronti a scattare al verde.

Se qui il ciclista viene visto come un ingombrante occupante della strada (nonchè cretino!), là capita che due turisti armati di bicicletta, fermi ad un incrocio e cartina della città alla mano, vengano accostati da un gentile signore, naturalmente a pedali, che chiede loro se hanno bisogno di aiuto per trovare la retta via e al momento del congedo, il signore li saluta e dice loro che sono i benvenuti!

Capita, là.