Fat Experiences

Fat Experiences

Un caro saluto a tutti voi. Volevo raccontarvi di come sia, almeno per me, pedalare una fatbike. E lo farò prendendo ad esempio delle uscite recentemente fatte: la prima con friends a Pogno, la seconda alone in the dark dietro casa, la terza con Teo in epic ride. PRIMA: Un assaggio della prima ve lo ha già dato il cinghiale Pol, che a sua volta aveva assaggiato la speciale di Pogno sulle ginocchia. Capita! Immerso nelle full degli altri ragazzi, mi son dato alla prima uscita assoluta in fatbike sui sentieri di Pogno, tanto per. Salita in asfalto non subita come la scarsa preparazione fisica poteva far pensare. In cima, sgonfiamento selvaggio delle gommone per prepararsi al meglio alla discesa. Lascio scorrere via tutti e parto. Bene: alle prime curve strette, giro il manubrio ma lei va dritta. Apperò. Cerco di migliorare e di impostarle meglio. Quasi bene. Come rimbalza ancora sul sentiero! Mi fermo e sgonfio ancora l’anteriore. Riprendo e metro dopo metro la confidenza sembra aumentare, anche se per andar giù bene ce ne vorrà ancora molta. SECONDA: Esco da lavoro, arrivo a casa alle 19.00 ed un solo pensiero mi gira in testa: giro in bici, giro in bici, giro in bici, giro in bici!!! Il cielo è coperto, è praticamente già buio, pioviggina e tutte le luci frontali a disposizione sono scariche. Bene. Perché non uscire a provare la fat? E infatti esco. Mi dedico una mezzoretta di passione in solitaria per rinfrescare il cervello e vivere la serata con un altro spirito. Semplici 4 km A/R sui sentieri dietro casa inzuppati da giorni di...

Junkyard Cross

Amici cinghiali buongiorno, oggi vi propongo un video per sottolineare quanto ci si possa divertire in sella (o quasi) ad una bicicletta, sia essa mtb o da ciclocross o da strada, durante una specie di gara tra rottami abbandonati di auto e discariche varie. Direttamete da un sobborgo semi abbandonato di una parte di Filadelfia, considerato non proprio il luogo ideale per un tranquillo picnic primaverile, eccovi il Junkyard Cross! Spettacolo e che divertimento...
Bilenky Cycle Works

Bilenky Cycle Works

Amici cinghiali buongiorno. Più tardi vi presenterò un breve video il cui protagonista sarà Stephen Bilenky, artigiano costruttore di biciclette di Filadelfia.  Fin qui nulla di strano, o di particolare direte voi. Il fatto è che dal video si capisce come Steve sia veramente un personaggio nel vero senso della parola, un romantico artigiano telaista il cui motto è: “Artistry in steel” Ho trovato questo video in rete, mi è piaciuto e ho cercato di contattare il protagonista di questa storia. Lui ha accettato da subitissimo di starmi a sentire, nonostante la differenza di lingua, paese, abitudini, etc etc che ci separa. Ci unisce però la passione per la bicicletta. Anzi credo che la sua sia veramente smisurata. Gli ho chiesto di riassumermi in poche righe cosa sia la bicicletta  per lui (perdonate la traduzione): Bikes help us achieve practical goals and become like well worn instruments.  They are like teachers which challenge and test us. They can transform our body and heal our mental state. In essence they are a partner, and like other partners we romanticize them as they are and as we would like them to be. We find and define ourselves through our machine and our adventures with them. Le biciclette ci consentono di raggiungere obiettivi pratici e con esse diventiamo come abiti ben indossati. Sono come degli insegnanti che ci sfidano e mettono alla prova. Possono trasformare il nostro corpo e guarire il nostro stato mentale. In sostanza sono un partner, e come altri partner li idealizziamo per come sono e per come vorremmo che fossero. Troviamo e definiamo noi stessi attraverso la nostra bicicletta e le nostre avventure...
La Sadabike

La Sadabike

Amici cinghiali ecco a voi il resoconto di una chiacchierata telefonica con Gianluca Sada, giovane “inventore” italiano della Sadabike. Magari ne avete già sentito parlare: Gianluca ha inventato la bici senza raggi! Scovai la notizia e chiesi subito informazioni a Gianluca stesso, cercando di improvvisare uno scambio epistolare dal quale poi ricavare questa intervista. Ma i fitti impegni di Gianluca mi hanno consigliato di “telefonarlo”, e così feci. Per tutto quello che concerne la Sadabike, vi allego poi più in là il suo video di presentazione. In queste righe, voglio sottolineare principalmente l’aspetto per così dire umano della vicenda. A Gianluca, giovane laureando al Politecnico di Torino, balenò l’idea di progettare/costruire una bicicletta pieghevole, senza raggi, che diventi zaino monospalla e trolley: funzionalità alla ennesima potenza. Sebbene non sia un assiduo pedalatore di città, né un biker d’alta montagna, l’idea lo spinge avanti, tanto da volerci costruire attorno una tesi di laurea. Dopo gli iniziali tentennamenti, (Gianluca otterrà una Laurea Specialistica in Ingegneria dell’automobile!!), i docenti universitari rimangono estasiati dall’idea e cominciano a sostenere Gianluca nel suo progetto. Chi l’ha dura, la vince, e così, il progetto ha buon esito, e la tesi di laurea pure! Da qui tutti i riconoscimenti, come il primo posto per il premio “IDEA-TO”quale “migliore tesi di laurea a carattere innovativa del 2010”; o la chiamata del Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, che lo seleziona tra i “200 giovani talenti d’Italia”. Poi la richiesta di interviste a tutto campo e da tutto il campo (mi parla di testate italiane (La Repubblica) e straniere (Washington Post e Der Spiegel)). Se ne volete sapere altri, visitate...