Rifugio Puez

Buongiorno a tutti i cinghiali, quest’oggi voglio raccantarvi del mio viaggio in quel della val gardena e più precisamente del rifugio Puez. Sveglia al mattino presto perchè si deve accompagnare i futuri eroi alla partenza. 1500 corridori, una cosa indescrivibile, meravogliosa da vedere. Gli eroi sono ufficialmente partiti, ora dobbiamo solo aspettare di vedere quanto ci mettono a fare 50 km in questo fantastico posto che sono le Dolomiti. Ma ritorniamo al mio giro. Io Cri e Lisa ci incamminiamo (io seguivo loro in bici ovviamente) verso i sentieri che ci portano al passo Gardena, e guardando bene la cartina, ci accorgiamo di un sentiero non troppo impegnativo che porta al rifugio Puez. Decido quindi di staccarmi dalle fanciulle e di continuare da solo questa avventura. Il primo pezzo di percorso è tutto tra campi e ultime case di selva, ma piano piano il paesaggio cambia e ad un tratto mi ritrovo in mezzo alla valle. Già da subito lo spettacolo è a dir poco meraviglioso, non si sente nulla, la pace regna intorno a me e la mia bici. Inizio finalmente a cimentarmi con qualche salita, e subito vengo fermato perchè il cambio ha deciso di farmi gli scherzi. La catena mi scende due volte in meno di 100 metri. Sistemo il tutto tirando il cavo del cambio e finalmente sembra essere stabile, la catena non scende più, posso proseguire tranquillo. Il sentiero è molto largo, si riesce a padalare con facilità anche se in salita. Arrivo subito in campo aperto, e in lontananza inizio a intravedere le mucche. Arrivato vicino non posso non fermarmi per fare una...

Graziella (un mito)

Il nome Graziella fa venire subito in mente quel periodo felice della nostra fanciullezza, fatto di lunghi pomeriggi, di golosi panini con la Nutella, di canzoni di Lucio Battisti che riecheggiavano nell’aria e naturalmente di interminabili giri nel giardino pubblico, per le strade del quartiere o addirittura nel cortile di casa. Ma perché ancora oggi questo nome riesce ad essere così magico? Facciamo un salto indietro nel tempo per ricostruire la storia di questa bicicletta tanto amata.  Un piccolo cenno storico sulla nascita della bicicletta pieghevole ci vuole… Una bicicletta pieghevole prima di tutto è una bicicletta perlopiù con ruote piccole che dispone di cerniere, attacchi e/o dispositivi a serraggio rapido che permettano di piegare e smontare la bicicletta in modo semplice e veloce in una dimensione tale che possa essere trasportata come bagaglio. Il britannico William Grout sviluppò la prima bicicletta pieghevole e smontabile e la fece brevettare nel 1878. Era una bicicletta alta con pneumatici pieni, la cui ruota anteriore si poteva smontare in quattro segmenti radiali che potevano trovare posto con il loro telaio piegato in una valigia triangolare. Nel 1896 fu brevettato il “Faun”, una bicicletta di sicurezza con il classico telaio “a diamante” , il cui telaio poteva essere piegato nel mezzo di un asse verticale. Dall’inizio del XX secolo l’esercito europeo mostrò interesse nelle biciclette pieghevoli e scatenò lo sviluppo di diversi modelli. Pensate che nella seconda guerra mondiale la BSA sviluppò la “Folding Military Bicycle” per l’esercito britannico, usata poi anche dai paracadutisti per poter lasciare più in fretta il posto di atterraggio. Anche l’Italia fu all’avanguardia nello sviluppo delle biciclette pieghevoli....

La prima bicicletta

Numerose sono le rivendicazioni iniziali per l’invenzione della bicicletta come veicolo. Sono stati scoperti schizzi attribuiti a Leonardo da Vinci, datati XV secolo, illustranti un veicolo fornito di due ruote che somiglia ad una bicicletta. Questa macchina, uscita dell’immaginazione del grande uomo, non ha mai però superato la fase della tavola da disegno. In piena rivoluzione di fine del 18o secolo, in Francia,  si attribuì l’invenzione del primo veicolo a due ruote, al conte di Sivrac: il “célérifère”. Secondo la leggenda, il célérifère sarebbe consistito in un cavallo di legno, al quale si sarebbero fissate due ruote. Si montava in sella, e correndo si metteva il célérifère in marcia; questo in linea retta, poiché era privo di sterzo. Sembra piuttosto probabile comunque che tutte le presunte invenzioni antecedenti quella brevettata da Karl Drais nel 1818 (Draisine, prima bicicletta effettivamente utilizzata) siano solamente ipotetiche.  Il maggiore miglioramento in questo progetto era l’aggiunta dello sterzo. Nel suo primo viaggio da Mannheim, il 12 giugno 1817, coprì la distanza di 13 chilometri. La “Draisine” di legno rinforzata con elementi in ferro, pesava 22 chili, aveva due ruote allineate, di cui l’anteriore sterzante, ma senza pedali e freni, per cui per la propulsione era necessario che il guidatore, seduto sul sellino come nelle attuali biciclette, esercitava una spinta puntando i piedi sul terreno. Sempre poi tramite l’uso dei piedi si poteva anche frenare. La prima “vera” bicicletta fu inventata verso il 1839 da un maniscalco scozzese: Kirkpatrick MacMillan. Consisteva in “Draisine migliorata”, alla quale MacMillan aveva installato un sistema abile di pedali. Diventò quindi possibile rotolare senza che i piedi toccassero il suolo....

Divertirsi in bicicletta

Sta prendendo sempre più piede, complice la bella stagione e la voglia di uscire per lunghe passeggiate estive, la bicicletta. Un mezzo di trasporto veloce ed economico adatto a qualsiasi tipo di persona e fonte immediata di benessere. Sì, perchè il mezzo a due ruote offre innumerevoli vantaggi e ben si coniuga con l’idea di cura di sè stessi, lontano da fonti di stress di ogni natura. Nel dettaglio, quali sono i motivi più convincenti e vantaggiosi per il nostro benessere per metterci in sella ed abbandonare la nostra auto? Innanzitutto permette di slegarci dalla routine quotidiana della città e da tutti i disagi e patologie che una vita sedentaria, ad alto livello di stress, può causare. Utilizzando l’auto per ogni nostro spostamento, infatti, contribuiamo a rendere il nostro fisico sempre più inabile a sforzo muscolare e resistenza, ma soprattutto aumentiamo il rischio di malattie cardiovascolari, obesità e patologie legate ad uno stile di vita poco dinamico. Inoltre, oltre al notevole risparmio in termini economici che il mezzo a due ruote ci assicura, possiamo tranquillamente evitare nervosisimi ed ansia causate da ingorghi, traffico, clacson che suonano in continuazione e necessità di trovare un parcheggio. Alcuni studi hanno evidenziato che i soggetti che fanno regolare uso della bicicletta per i propri spostamenti quotidiani sono più sani e più felici. Sembra infatti contribuire a rinforzare il nostro sistema immunitario, abituandolo alle diverse temperature durante l’anno e modifica in positivo la nostra condizione psicologica. Con l’andare in bicicletta,  infatti, pare che nel nostro cervello si liberino endorfine, i cosidetti “ormoni del buonumore”, capaci di farci sentire meglio, più vitali, sereni e felici....

10 regole per far appassionare una donna alla MTB

Cari amici WILD PIGS è noto che la maggior parte delle vostre giovani pulzelle (non me ne vogliano) odiano freddo, sudore, sporco (soprattutto se tenuto addosso per qualche ora), ma anche un caschetto che le rovini la pettinatura!!! Mi ricordo che ho provato a convincere una “amica” di vecchia data ad entrare nel mondo MTB, perchè sarebbe stato bello e divertente andare ad esplorare la natura assieme…Ma… Aveva una bici nuova ma non ammortizzata e un pò troppo pesante per il suo dolce peso. Il percorso era denominato come “Facile” (mi sono fidato di internet) ma in realtà erano 20 km di salite anche 10%, discese, pezzi con bici a spalla, campi di contadini incavolati, case abbandonate da film del terrore e cancelli da scavalcare con la bici a seguito! Durante tutto il giro mi sono sentito dire almeno un miliardo di volte “sta attento, dove vai, cosa fai, sei matto, io da li non scendo, vai piano, aspettami…” e chi più ne ha più ne metta… Insomma a fine giornata è praticamente morta, l’ho riportata a casa in braccio dopo circa 4 ore di avventura. Vi risparmio le parole che mi sono sentito una volta sorpassata la soglia del suo cancello… Immagino che tutti voi sappiate come questa povera ragazza non si sia innamorata della MTB e che appena ne vede una ed è in mia conpagnia inizia a farmi tanti “complimenti”…Anche a distanta di anni… Primo appunto quindi non fidatevi di internet! Maledetto!!! NOI SIAMO INTERNET…   Ho stilato quindi 10 punti tutti completamente diversi dalla mia esperienza “traumatica”…dove l’approccio con la MTB penso sia graduale e...