Action Photography Experience Camogli: io c’ero!

Action Photography Experience Camogli: io c’ero!

Amici cinghiali, oggi voglio raccontarvi la mia esperienza di allieva per un giorno di Matteo Cappè, il maestro indiscusso dell’action photography in Italia. Molti lettori della stampa specializzata in mountain bike ricorderanno le sue rubriche di action photography su una celebre testata, che ha recentemente cambiato nome, per la quale lavora tuttora, anche come redattore. Non solo, Matteo è anche membro di punta dello staff media del circuito Superenduro, autore di numerosi scatti utilizzati in famose campagne pubblicitarie e collaboratore di alcune riviste di fotografia. Insieme ad altre quattro persone, ho avuto l’onore ed il piacere di partecipare ad un workshop di circa 12 ore, che si è svolto domenica 3 febbraio nella splendida cornice di Camogli (GE), in cui ci sono stati svelati moltissimi segreti di una buona fotografia ‘action’, ovvero con soggetti in movimento. Il corso prevedeva una parte teorica al mattino, in cui Matteo, reduce da uno shooting sanremese con i top rider di Superenduro, ha analizzato e commentato alcune foto che ci aveva chiesto di inviargli in fase preliminare, dove sono emersi le nostre necessità ed i nostri punti deboli. Successivamente, si è parlato di corretta esposizione ed illuminazione ambientale, composizione, scelta dell’ottica, inquadratura, ripresa creativa e moltissimo spazio è stato dedicato al corretto uso del flash. Nel pomeriggio, per la parte pratica in esterno, si è unito a noi Federico, biker camogliese, che si è prestato come soggetto per i nostri esercizi di scatto, in una “townhill” improvvisata lungo le numerose scalinate della cittadina ligure. Matteo ha saputo metterci davvero in difficoltà, ma sempre stimolandoci a tirare fuori creatività e voglia di sperimentare, senza...
SuperEnduro : Intervista a Franco Monchiero

SuperEnduro : Intervista a Franco Monchiero

Amici cinghiali oggi facciamo due parole con Franco Monchiero, l’altra icona del circuito Super Enduro e Super Mountain. La volta precedente abbiamo incontrato Enrico Guala ed oggi tocca al direttore di gara! Ma non perdiamo tempo, non cincischiamo… Accomodatevi meglio sulla sedia che si parte.     Buongiorno Franco, grazie per esser aver risposto all’intervista. Vuoi brevemente raccontare qualcosa di te e spiegare come ti è nata la passione per il ‘fuoristrada’ e come è sfociato nell’ enduro e nel super enduro ? La mia passione per il fuoristrada (all’inizio soprattutto per il Motocross) nacque quando ero ancora un ragazzino. Credo avessi più o meno 7/8 anni, quando mio padre mi portò a vedere una gara internazionale dove, ricordo ancora, vinse un grande campione di quei tempi (Emilio Ostorero) e da quel giorno ne rimasi praticamente “folgorato”!  Da allora il motocross, ma probabilmente un po’ tutto ciò che aveva ruote artigliate divenne una filosofia di vita. Appena ebbi l’età per poter fare gare, iniziai con l’Enduro (allora si chiamava Regolarità), ma poi feci tanto anche Motocross con discreti risultati,  ottenuti soprattutto per la mia grande passione. Nel 1987, quando praticamente smisi con le moto, mi comprai la prima MTB e fu automatico esportare le esperienze fatte prima. Pensa che nel 1988, organizzai una gara di MTB che si svolse con gli stessi meccanismi che oggi applichiamo al Superenduro. Pensavo da tempo che la formula dell’enduro fosse  perfetta per la MTB, ma probabilmente prima di coinvolgermi come organizzatore ero troppo impegnato agonisticamente in prima persona. Questo mi fa pensare che forse si invecchia anche per questo motivo 😉  Per mettere a disposizione degli altri l’esperienza accumulata! Superenduro credo sia la naturale  evoluzione del...
bike polo, il team piccante

bike polo, il team piccante

Il “team piccante” dei vercellesi, Simone, Martina e Matteo si racconta così! Nell’inverno 2010/2011 nella nebbiosa Vercelli tre amici con la passione comune per le biciclette e lo svago indistinto si trovarono a discutere sul come animare un po’ le serate cittadine. Nel discutere salta fuori che tutti avevano visto dei video di bike polo su internet. Erano rimasti tutti affascinati da questo gioco/sport approdato in Italia qualche anno prima. Era affascinante come uno sport elegante e raffinato come il polo a cavallo fosse stato convertito in uno sport  “da strada” decisamente più fisico dell’originale ma non per questo meno corretto, tra l’altro senza lo “sfruttamento” di alcun animale. La conversione “urbana” su asfalto o cemento è toccata a vari sport, basket, hockey etc e quasi sempre sono stati gli americani a renderli più popolari e alla portata di tutti. Il polo in bicicletta (“bicycle polo”) anche se quasi sconosciuto ha origini in India alla fine dell’800 come strumento di allenamento delle truppe inglesi. Era la versione rivisitata del classico polo a cavallo ma sempre giocato su un campo ampio e in erba. Agli inizi del ‘900 prese piede al punto di fare una partita dimostrativa tra le nazionali di Irlanda e Inghilterra durante le olimpiadi di Londra del 1908. Nel 2000 sono dei ragazzi di Seattle a cominciare a provare questo gioco sfruttando le classiche piste di pattinaggio disponibili nei parchi cittadini, dando così vita a questa nuova versione del polo che viene denominata “hardcourt bike polo”. Come sempre in Italia è arrivato più tardi, circa nel 2007, si diffonde ma con difficoltà. Le zona più ricettiva è...
SuperEnduro : Intervista a Enrico Guala

SuperEnduro : Intervista a Enrico Guala

Enrico non è di certo uno sconosciuto. Chiunque abbia visto anche solo un video di Superenduro o si sia recato presso l’arrivo delle gare l’avrà incrociato ma soprattutto sentito parlare in molte lingue. E’ infatti lo speaker che dà la carica alla partenza e accoglie i bikers all’arrivo… ma non solo, è assieme a Franco Monchiero (che conosceremo nel prossimo articolo a lui dedicato) la mente e l’organizzatore del circuito SuperEnduro powered by Sram e della neonata SuperMountain ! Impossibile quindi non sapere chi sia e se anche fosse, oggi avrete modo di conoscerlo.   Ciao Enrico e grazie per aver accettato l’invito Wildpigs. Come abbiamo detto, sei una figura chiave per il mondo Superenduro, un compito molto importante, come lo vivi? Ciao ragazzi, grazie a voi per l’opportunità. Vivo il Superenduro come tutte le cose che faccio e che ho fatto nella vita, con grande entusiasmo e trasporto. Mi piace dare il 100% in quello che faccio, a volte anche oltre il limite “fisico” ma mi da grande gioia vedere che ci sono un sacco di persone che stanno bene e si divertono nel Superenduro. Quando Franco Monchiero mi disse per la prima volta “dobbiamo metterci ad organizzare gare di Enduro gli risposi che non avevo tempo (era vero), ma ora lo ringrazio per avere insistito, avermi convinto e farmi sempre vedere che cosa c’è “oltre”. Il circuito Superenduro è, nel corso dell’anno, un grande tour che attraversa molte località. Che impegno richiede un’organizzazione così? Sebbene possa sembrare retorica ti dico che ci vuole molto più di quello che uno possa immaginare. Ce lo hanno confermato in questi anni...
Trans Portugal 2013

Trans Portugal 2013

Mi capita spesso di spulciare la rete per poi imbattermi in qualche evento che mi fa venire tanta, tanta voglia di farlo. Oh, ma prima o poi qualcosa farò… Oggi andiamo in Portogallo! Dal 4 al 12 Maggio 2013 si correrà con il solo supporto del proprio GPS l’undicesima edizione del TransPortugal Garmin Race, gara in 9 tappe che porterà i bikers a percorrere 1150km in luoghi selvaggi e spettacolari. Solo uno sarà il vincitore, solo uno porterà a casa il primo premio di 2.350 euro. Potresti essere tu?...
We can be HEROes just for one day – aspettando il Sella Ronda Hero 2013

We can be HEROes just for one day – aspettando il Sella Ronda Hero 2013

  Ormai siamo nuovamente in ballo… Mentre batto i tasti della mia bianca tastiera ripenso alla prima volta in cui siamo stati a Selva Gardena. Era il novembre 2010 quando Teo si presenta a casa mia con una borraccia con su scritto ‘Be a Hero’ e mi dice ‘questo fa parte del mio regalo come testimone‘. Lo ricordo benissimo. Ricordo dove eravamo seduti e conservo ancora quella borraccia dove il tempo e le uscite hanno sbiadito la scritta a pennarello. L’avevo anche quando siamo diventati, a nostro modo, eroi. Non siamo altro che un gruppo di amici; un gruppo unito da un nome che per convenzione ormai sta diventando un identificativo. Non siamo eroi nel vero senso della parola ne mai lo saremo, ma siamo Wildpigs quel tanto che basta per volerci divertire. Guardo questa foto e vedo l’iniziale. La guardo meglio e vedo, nell’oscurità quel logo… ‘Hero’. Non si poteva non tornare almeno un’altra volta. L’entusiasmo pervade e dai pori sgorga invisibile quella fatica richiesta per arrivare sopra ogni passo. Io, come tutti gli altri cinghiali siamo pronti a immergerci nei paesaggi, a ‘bere’ con gli occhi, a sorride e incitarci, noi e chi incontreremo salendo. Ora resta solo da prepararsi un pochino… just for one day.  ...