Do you rewind?

Do you rewind?

È nuovamente sabato mattina e il sole splende dopo altri giorni di pioggia… Il ritrovo è fissato appena dopo le 9 da Borgomanero dove ad attendermi ci sono alcuni cinghialotti nuovi e altri noti che hanno letto dell’uscita sul sito. Figo! Iniziamo così a salire in 5 verso Ameno dove raccogliamo un sesto pedalatore e infine l’ultimo alla cappella del vago. Qui scopriamo con molta gioia che hanno appeso un cartello in cui la Regione Piemonte comunica la sistemazione dei sentieri per uso escursionistico, a cavallo e bicicletta!! Ben fatto Regione!! Ecco formato il gruppo dei 7 pedalatori assatanati 🙂 Chiacchierando arriviamo quindi in cima, fino al bivio che porta a Fosseno; io vorrei prendere il sentiero E4 come da programma dell’uscita ma il tempo è talmente bello che decidiamo per prolungare il giro e arrivare al primo punto panoramico, l’ormai noto sass del piz raggiunto questa volta dal metanodotto e non da sotto come nell’ultima notturna. Breve sosta per le foto e qualche morso veloce e poi salutiamo Fabrizio che torna verso Omegna passando dal giogo del Cornaggia. Giusto il tempo di vederlo sparire e ci fiondiamo per la kamikaze, divertente discesa da prima a gradoni e poi molto scorrevole che presto ci porta sotto Fosseno. Il rientro è il solito percorso che tocca Tapigliano, Colazza, Invorio, il chilometro di merda, Briga, San Marco dove non ci facciamo mancare un giro al pistino e da veri quattordicenni anche un salto nelle pozze marroni che riflettono il cielo blu. Sporchi e contenti è ormai ora di salutarci, mogli e morose ci attendono a casa. Ma la voglia è viva...
BEATS: bikes eat the streets

BEATS: bikes eat the streets

Ciao amici cinghiali! oggi mi rivolgo a quelli di voi che si sentono cinghiali urbani, d’altronde lo sappiamo, molto spesso le nostre strade sono più selvagge dei nostri boschi purtroppo… Se siete di Novara o zona limitrofa, magari vii farò piacere sapere che sta un nascendo un movimento per tutti noi/voi, ovvero il BEATS: bikes eat the streets. Cosa vuole questo movimento? Non esiste modo migliore per descriverlo che non citare il loro “manifesto“:     UNISCITI A NOI SE: Pedalando sotto un temporale ti sei sentito/a un supereroe Sai cosa significa pedalare di notte e sentire solo il rumore della catena che scorre sulla guarnitura e del rollio degli pneumatici sull’asfalto Hai indossato abbigliamento da spedizioni al polo pur di prendere la bici con -20 gradi Tornando a casa in bici un po’ brillo/a hai pensato che la sensazione del vento in faccia fosse la più bella che avessi mai provato in vita tua Ti sei fermato/a almeno una volta nella vita a contemplare per più di trenta secondi la tua bici Provi odio puro verso gli automobilisti che fermano le loro macchine due metri e mezzo fuori dall’incrocio Hai sentito la tua bici come un prolungamento delle tue gambe Ormai hai il superpotere di prevedere i bruschi cambi di direzione di pedoni, bici o automobili che ti stanno davanti e ad evitarli Andare in bici ti fa sentire un figo/a Ritieni semplicemente che spostarti in bici per andare a lavoro, a fare commissioni, uscire alla sera, sia non solo ecologicamente corretto ma anche comodo, pratico, in fin dei conti ti fa anche risparmiare parecchi soldi per la benzina e lo consiglieresti a chiunque....
Muddy Saturday @ Monte Tre Croci – UPDATE! double video pack

Muddy Saturday @ Monte Tre Croci – UPDATE! double video pack

La scorsa settimana il tempo non ci ha risparmiato e ha versato molte fredde lacrime su questa terra… Dal sottobosco l’odor di umidità si alza alle narici basse di noi cinghiali e ci ammaglia i sensi; le tenere gocce che scivolando sulle foglie e giungendo al margine quasi gridano ‘yuuuuuuuu ooooh’ prima di gettarsi in un salto dorato. E’ ora di montare in sella. L’idea originale era di fare una capatina da Fabrizio ad Omegna ma il tempo non pareva versare per il meglio quindi cambiamo i piani all’ultimo : decidiamo di salire al Monte Tre Croci (674 slm) sopra Soriso (se vi ricordate ci eravamo già stati per raccontarvi un’uscita) Lungo sentieri dilavati e argillosi (792 e poi 791) conduciamo le nostre bici che aprono le fauci per dilaniare il fango che le grasse ruote alzano al loro passaggio. Giungi ai piedi del Monte, goliardicamente decidiamo di ascendere da un lato più selvaggio piuttosto che usare la via della scaletta. Il panorama che si gode dalla cima è incantevole, dalle panchine si riesce a scorgere il lago d’Orta e il silenzio è appagante. Solo il respiro profondo delle belve ruotate si sente leggero. Qui consumiano un breve pasto prima di decidere la discesa. Prendiamo quindi il sentiero che porta alla Madonna della Gelata ( 791 ) di Soriso e da qui nuovamente su stradine sterrate di cui non conosco il numero fin sotto Gargallo da dove ci ri-immetiamo sul 790 e poi sul 790a. Infine, giusto per curiosità prendiamo l’ultimo sentiero che permette di sbucare di fronte al moto cross di Maggiora: ‘chissà come procedono i lavori…’. Sporchi di...

Bologna, regina europea della mobilità

Lo scorso 5 marzo, a Bruxelles, la città di Bologna è stata premiata dai Commissari europei all’ambiente e ai trasporti, nell’ambito del premio 2011 per la Settimana europea della mobilità, “In città senza la mia auto”. La città italiana è stata selezionata tra ben 2.268 città europee partecipanti, e l’Italia, dopo la Spagna e l’Austria, è quella che ha aderito con il maggiore numero di iniziative. Il progetto realizzato dalla città di Bologna è stato premiato per l’impegno dimostrato nel promuovere alternative ecologiche all’uso dell’automobile e nel coinvolgere i cittadini in attività di supporto alla mobilità sostenibile urbana. Per un’intera “Settimana”, Bologna ha promosso iniziative ecologiche a favore della mobilità sostenibile urbana, istituito un’ampia zona pedonale e organizzato numerosi eventi, alcuni dedicati naturalmente alla promozione dell’uso della bicicletta. Si sono contate ben 60.000 partecipazioni agli eventi, e tra le iniziative permanenti messe in atto, un piano per estendere la rete cittadina di piste ciclabili fino a 130 km. Il tutto corredato da ampi spazi pedonali concessi ad associazioni sportive, artisti di strada e commercianti, e ancora circuiti ciclistici, stand di autoriparazione, giochi e passeggiate, punti di informazione sui nuovi servizi offerti. Sicuramente una bella soddisfazione per la città italiana, a riprova che le iniziative interessanti ci sono anche in Italia. Quindi, dai dai...
Silhouette notturne

Silhouette notturne

E’ giovedì sera, la giornata è sta lunga e l’attesa troppa. Io e Alberto saliamo in furgone verso Invorio mentre sono al telefono con Daniele, il cinghiale malato che doveva farci da guida… Ha 38 di febbre, non viene. Raggiunto il distributore parcheggiamo, salutiamo Tata, Dado e Giordano, scarichiamo i mezzi e dopo una breve chiaccherata di ‘assestamento mezzi e zaini’, partiamo. “Non vi preoccupate” dico io, “ho comunque una traccia da seguire, dovremmo riuscire a fare tutto il giro che ci siamo preposti”. Così, mentre le tenebre calano risaliamo i sentieri che portano a Fosseno. I familiari passaggi sembrano nuovi, l’oscurità cela fino all’ultimo il prossimo metro ed è così che arrivati finalmente ad affrontare il tratto ignoto che inizia la vera sfida. La traccia che ho con me non è esattamente il percorso che dovremmo fare, era più che altro tutelativa per avere un punto di appoggio. L’oscurità … Il manto stellato ci guarda dall’alto, piccoli, infilarci in strette vie e inerpicarci su sentieri non propriamente tracciati. Chi è che aveva detto “non vi preoccupate??”… “Io!” , “perfetto, non si capisce nulla! fosse almeno giorno, con la luce si potrebbe vedere più lontano e farci un idea”. Abbandoniamo quindi l’idea della traccia e torniamo sui nostri passi salendo al Sass dal Pizz da sotto Fosseno e qui pasteggiamo godendo di una bellissima vista lago. L’aria è clemente e il vento ci accarezza debolmente. Devo dirlo, tra di noi c’è una fogna di uomo: Tata si è mangiato un fottio di roba 🙂 E’ giunta l’ora di tornare e quindi decido che per farmi perdonare posso proporre una...

Tower Race 2012 : io c’ero

Ciao a tutti, oggi la nostra amica Arianna ci racconta la sua folle corsa alla Tower Race che si è svolta settimana scorsa a Gattinara. Amante della Mtb questa volta si è cimentata nella corsa più pazza della zona! Gustatevela e immaginate di esser voi alla guida come ho fatto io 🙂 Dopo il rinvio di una settimana, il 18 marzo è il gran giorno: Tower Race a Gattinara, la ormai storica gara, organizzata dai leggendari Fratelli Banfata (www.fratellibanfata.com), che consiste nel percorrere, rigorosamente senza freni e su mezzi costruiti artigianalmente, la discesa che, dalla Torre delle Castelle, arriva in Regione Crosa, partendo dall’acquedotto. Per me ed il mio socio, Maximiliano Fassone, è stato l’esordio assoluto e ne siamo usciti più che bene, fisicamente intatti, qualificandoci per la finale e chiudendo la corsa al 22° posto su 157 iscritti. I presagi, però, non sono stati dei migliori fin da subito: a parte le difficoltà ‘logistiche’ nel testare il mezzo, non riuscendo a trovare, qui in pianura, un terreno sicuro con pendenza adeguata, la mattina della gara, sulla strada per Gattinara, vedo Max, davanti a me e Daniele, fare un’inversione con la sua auto degna del miglior rallysta. La telefonata non tarda ad arrivare: ha dimenticato le scarpe. Lo aspettiamo in una piazzola e, dopo pochi minuti, ci raggiunge nuovamente, accostando e comunicandoci di avere il serbatoio della benzina praticamente vuoto. Ci avviamo, noi davanti e lui in scia per consumare meno, alla ricerca di un self service funzionante e pare che, in tutta la Baraggia, non ne esista nemmeno uno. Al terzo tentativo, mentre Giove Pluvio iniziava ad infierire,...