Quando la bici è essenzialità.

Amo le cose semplici e le bici essenziali, la vità è già troppo complicata per incasinarsela ulteriormente nel poco tempo libero a disposizione. La fissa è così: nulla che non sia strettamente necessario. (fonte: bicifissa.blogspot.com)

La prendiamo un po’ alla larga per parlare della bici a scatto fisso (fixie in gergo) che, da oggetto d’uso dei primi bike messengers newyorkesi da qualche anno sono diventate un must di una certa cultura “underground”, fino ad avere negli ultimi anni un grande influsso modaiolo. Il vantaggio di queste bici è semplice: una bici con con pochi fronzoli ha senza dubbio pochi pezzi che si rompono, da regolare, controllare o sostituire, è la bici nella sua essenzialità massima. Sono così chiamate perchè sono prive di ruota libera, quindi non si può mai smettere di pedalare fino a quando la ruota posteriore è in movimento, simpatico no?


Esteticamente splendide, semplici ed essenziali sono senza dubbio la fenomenologia del momento, tant’è che molte aziende produttrici hanno inserito nel loro catalogo  questi gioielli nati per una nicchia di mercato, il ciclismo su pista per l’appunto.

 

Hanno una linea essenziale, anni Ottanta o vintage, come si dice ora. Senza orpelli tecnologici. Inutili secondo alcuni ma a mio giudizio estremanente STILOSE. Salire in sella ad una bici senza nessuna forcella da regolare, senza nessun rapporto da inserire o reggisella telescopico da alzare o abbassare, semplicemente pedalare senza sentire null’altro che il rumore del vento, magari all’alba (come ci insegna il nostro amico teo) per andare a prendere il pane o per tornare dal lavoro credo che sia il modo migliore per sentirsi bene!

E se tutto questo vi piace…. godetevi il video… e stay tuned!